«l'embrione? E'una persona»

«e' moralmente illecita la produzione a fini sperimentali e commerciali» || «e' moralmente illecita la produzione a fini sperimentali e commerciali» || «l'embrione? E' una persona» // Comitato di bioetica: alt alle manipolazioni ROMA. L'embrione umano è «uno di noi», quindi un individuo irripetibile e non un insieme di cellule o un prodotto biologico manipolabile a piacere. Lo afferma il Comitato nazionale di Bioetica in un complesso documento che puntigliosamente seguala anche i temi su cui parte del Comitato dissente. Si tratta comunque di una posizione che ha ricevuto già molti plausi dal mondo cattolico e del resto il Papa da anni chiede ai Parlamenti europei e alla ricerca scientifica che si fermino le sperimentazioni. Il documento afferma che fin dalla fecondazione sussiste l'identità personale dell'embrione e gli riconosce cosi lo statuto di individuo «per lo meno a partire dal momento, precedente la comparsa della linea primitiva, in cui viene irreversibilmente perduta la capacità di suddivisione in due (i più embrioni, o di ricostruzione di un singolo embrione, in seguito alla fusione di due embrioni». Rilevanti le conseguenze: è moralmente illecita la produzione di embrioni a fini sperimenta¬ li, commerciali o industriali; illecite anche la generazione multipla di esseri viventi, la produzione di ibridi, le sperimentazioni genetiche. E qui c'è dissenso: una parte del Comitato ritiene illecita anche la soppressione o manipolazione dannosa, la diagnosi preimpianto finalizzata alla soppressione e infine la formazione in vitro di embrioni di cui si intenda provvedere all'impianto nell'ute¬ ro materno. Moralmente leciti invece gli interventi terapeutici sperimentali finalizzati alla salvaguardia della vita, la sperimentazione su embrioni morti ottenuti da aborti. Per una parte del Comitato è ammissibile la produzione per fini procreativi, l'uso per scopi sperimentali o terapeutici di embrioni freschi o crioconservati non altrimenti adatti all'impianto; è lecito anche l'uso per scopi sperimentali o terapeutici di embrioni crioconservati in «stato di abbandono» purché il loro ulteriore sviluppo non venga protratto oltre il termine in cui avrebbero potuto impiantarsi in caso di sviluppo normale. Sullo «stato di abbandono», il Comitato ritiene che gli embrioni abbandonati devono essere custoditi fino alla morte biologica e che se invece l'embrione fosse impiantabile, ciò può avvenire a condizione che si trovi la coppia disposta ad accoglierlo e vi sia il consenso della coppia che lo ha prodotto. «Contento» Carlo Casini del Movimento per la vita; critici i Verdi. La Chiesa dal canto suo ritiene un crimine la distruzione degli embrioni e pensa che la posizione del Comitato riapra la discussione sull'aborto. Per mons. Elio Sgreccia, docente di Bioetica alla Cattolica, il documento avrà «effetto preventivo» rispetto all'aborto, mentre per il presidente del Comitato, Francesco D'Agostino, non c'è contrasto con la legge 194. Luca Tornasi ||

Persone citate: Carlo Casini, Elio Sgreccia, Francesco D'agostino, Luca Tornasi

Luoghi citati: Cattolica, Roma