Ulster nelle vie tornano i cecchini di Fabio Galvano

Tre poliziotti e due giovani cattolici feriti negli scontri, mille molotov a Londonderry Tre poliziotti e due giovani cattolici feriti negli scontri, mille molotov a Londonderry Ulster, nelle vie tornano i cecchini Tiro al bersaglio sugli agenti LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Jl «glorioso 12 luglio» è passato, ma le ferite dell'Ulster sono ancora aperte. La temuta parata protestante lungo la cattolica Lower Ormeau Road di Belfast, una delle centinaia con cui i lealisti celebrano ogni anno il loro disprezzo per i repubblicani ricordando la battaglia del Boyne di 306 anni fa, si ò conclusa senza drammi; ma soltanto perché la polizia - la Koyal Ulster Constabulary, odiata dai protestanti quasi quanto dai cattolici - ha aperto un varco agli orangisti bloccando i cattolici nei loro ghetti. In serata barricate e incendi hanno tuttavia indicato, a Belfast come in altre città, che la nuova crisi non è finita. E la polizia si preparava a un'altra notte di violenza, dopo quella di Londonderry dove tre agenti sono stati feriti da colpi di arma da fuoco sparati da cecchini (che nelle vie dell'Ulster non si vedevano da molto tempo) e oltre 900 molotov sono state lanciate in ciuci uo ore. «11 processo di pace e a pezzi», ha detto ieri sera Gerry Adams, leader del Sinn Fein che nelle ultime ore ò stato ripetutamente scavalcato dalla piazza cattolica nella richiesta di fermezza contro i «soprusi» protestanti. A provocare la furia dei nazionalisti è stato, giovedì, il dietrofront della polizia, che dopo avere bloccato per quattro giorni una marcia protestante a Portadown le ha consentito di sfilare nella cattolica Garvaghy Road. Vana è stata la spiegazione di Sii" Hugh Annesley, capo della Constabulary, che quella sua decisione era stata dettata da motivi di sicurezza, che la vita dei suoi agenti era a rischio (si dice che i dimostranti protestanti fossero decisi a sfondare gli sbarramenti, se necessario gettando benzina sulla polizia). Per i cattolici quel dietrofront è stato un tradimento. E la loro furia è esplosa. Non solo a Portadown, ma in tutte le maggiori città dell'Ulster. A Londonderry, tragico teatro della «domenica di sangue» che resta uno degli episodi più tragici dei «Disordini» nordirlandesi e in cui 13 dimostranti cattolici furono uccisi dai para inglesi, la notte è diventata un inferno. Mentre un giovane cattolico veniva investito e ridotto in fin di vita da una Land Rover blindata della polizia ad Armagli, e un altro rimaneva gravemente ustionato a Belfast per il lancio di una molotov nella sua auto, vani risultavano gli appelli alla pace dei maggiori leader religiosi, fra i quali il cardinale cattolico Daly. Il ritmo incalzante dei tamburi orangisti, i l'alò che giovedì notte hanno illuminato tutte le città nordirlandesi e in cui sono stati messi al rogo tutti i simboli del nemico cattolico, dal Papa in effigie alle bandiere irlandesi, non hanno fatto che accrescere la tensione. E Londonderry ha vissuto quella che secondo alcuni è stata la sua notte più calda, in cui le 900 molotov scagliate e i tre ageiui colpiti non sono che gli elementi più drammatici. Mentre continuavano le polemiche, con quell'indomito Savonarola protestante che ò il reverendo Ian Paisley impegnato a gridare che l'atteggiamento originale della polizia verso gli orangisti era stato «un atto di guerra», tutti attendevano con ansia le marce del «glorioso 12 luglio» (un errore storico: la battaglia del Boyne, in cui Guglielmo III d'Orange sconfisse il cattolico Giacomo II, fu l'I 1 luglio). C'è voluto un altro cordone di polizia, con cui i cattolici sono stati tappati nelle loro vie, a impedire che gli opposti schieramenti venissero a contatto, a Belfast come altrove. Come in una pentola a pressione, i cattolici sono stati contenuti mentre i lealisti in abito grigio, bombetta e ombrello, con le fasce arancioni attorno al collo, sfilavano in ricordo della battaglia che decretò la loro supremazia. Le valvole hanno tenuto. Ma solo fino a sera; e il sogno di pace dell'Ulster, già gravemente intaccato dalle bombe dell'Ira, appare più remoto che mai. Fabio Galvano Due immagini dei disordini di ieri: un'autoblindo sposta un veicolo in fiamme e lo scontro fra poliziotti e dimostranti a colpi di manganello Gli orangisti nei quartieri nemici Adams: addio al processo di pace

Persone citate: Adams, Boyne, Daly, Gerry Adams, Guglielmo Iii, Hugh Annesley, Ian Paisley