Siciliano: tutelate la Rai

Siciliano: tutelate la Rai Siciliano: tutelate la Rai E i giornalisti votano lo sciopero «li; s:v:::-::>::::.^>: SS; :^:::^ -Is ::;:::i:::s::-^ LE PAURE DI VIALE MAZZINI TROMA ANTI che si lamentano. Tanti che invocano un intervento. C'è un via vai continuo di persone nello studio di Enzo Siciliano, appena diventato presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Siciliano ascolta e scopre che molti dei dipendenti ricevuti non vogliono farsi belli, non chiedono promozioni, nuovi incarichi, più soldi. Vogliono invece rivelargli la loro inquietudine per quanto sta accadendo. Temono che la Rai debba subire tagli alla produzione o riduzioni di organici. Vedono lo spettro del ridimensionamento. E tutto questo per effetto del disegno di legge sulla riorganizzazione dei mercati della televisione e delle telecomunicazioni preparato dal ministro delle Poste Antonio Maccanico. Il provvedimento (la cui approvazione è attesa per mercoledì prossimo dopo il rinvio dell'esame deciso ieri dal Consiglio dei ministri) dà il via alla trasformazione di Rait.re in rete federale: si dovrà costituire una società in cui l'azienda pubblica avrà solo la minoranza e le Regioni avranno la maggioranza. E' questa idea che non fa dormire sonni tranquilli al popolo Rai. E che costringe Siciliano al suo primo intervento ufficiale. Nel tardo pomeriggio di giovedì, Siciliano alza la cornetta. E chiama personalmente Maccanico. «Mi sono fatto interprete del disagio di tutta l'azienda» racconta il presidente della Rai. Nel corso della telefonata, Siciliano spiega le paure dei suoi nuovi dipendenti, chiede al ministro di spiegargli cosa sta accadendo. Davvero si vuole ridimensionare la Rai? «No, non è vero, le preoccupazioni mi sembrano eccessive» risponde al telefono Maccanico, un po' sorpreso per tanta agitazione. La conversazione va avanti tranquillamente, i due interlocutori approfondiscono la questione della nascita della rete federale che dovrebbe valorizzare le realtà locali e tutte le risorse dell'azienda in ogni angolo d'Italia. Ma la questione brucia. E con un comunicato, diffuso ieri mattina, Siciliano rende nota l'esistenza del ^colloquio telefonico» nel quale «si è fatto interprete del disagio avvertito nell'azienda a proposito di alcuni punti del disegno di legge». La nota viene diffusa proprio mentre il Consiglio dei ministri decide il rinvio dcll'e- sanie. Sembra quasi che ci sia un rapporto fra le due cose. Un'agenzia di stampa titola «Siciliano protesta con Maccanico». Ma la parola «protesta» non piace al presidente della Rai: «Non ho fatto nessuna protesta, ho solo descrit¬ to lo stato d'animo esistente» ci tiene a precisare. Il comunicato, comunque, è molto secco. «Gli aspetti che suscitano più preoccupazioni in Rai - si legge - riguardano la prevista divisione dell'azienda e lo schema di quote di mercato usato per definire le risorse dei vari soggetti televisivi, che potrebbe penalizzare la Rai». Ed è per questo, prosegue il comunicato, che «il presidente della Rai auspica che in sede di conversione del disegno di legge il Parlamento confermi la sensibilità, più volte manifestata in passato, verso le esigenze di salvaguardia e di sviluppo del servizio pubblico». Si tratti o no di una protesta, il primo intervento pubblico di Siciliano diventa un caso. Mentre il vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni non nasconde le sue riserve sulla rete federale, i sindacati entrano in guerra. I sindacati dei giornalisti, dall'Usigrai più rappresentativo al Singrai, dichiarano la guerra. E l'Usigrai annuncia uno sciopero per mercoledì. Giorno in cui si riunirà il Consiglio dei ministri. [r. ipp.] Il presideote Rai, Enzo Siciliano

Persone citate: Antonio Maccanico, Enzo Siciliano, Maccanico, Siciliano, Walter Veltroni

Luoghi citati: Italia