Di Pietro isolato nel governo di Ippolito
Il premier irritato per la sortita anti-Bertinotti dell'ex pm Il premier irritato per la sortita anti-Bertinotti dell'ex pm Pi Pietro isoluto nel governo Rinvio con giallo della riforma tv IL VERO RISCHIO DI PRODI NEGLI scorsi giorni abbiamo raccontato e commentato la piccola crisi del governo Prodi come se potesse minacciarne l'esistenza. E quando la crisi si è finalmente risolta con un compromesso gli spettatori hanno tirato un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. La rappresentazione è sbagliata. Prodi, per il momento, non corre il rischio di cadere. Una legge non scritta dell'instabilità politica italiana vuole che i governi, nella peggiore delle ipotesi, durino almeno il tempo necessario per sgombrare il tavolo dalla finanziaria dell'anno successivo. Prodi corre un altro rischio: quello di ricadere nelle cattive abitudini di un sistema politico in cui il presidente del Consiglio non ha poteri propri ed è soltanto un mediatore, costretto a impiegare buona parte del suo tempo a ricucire e a rammendare i rapporti fra le forze della maggioranza. Pensare che questa sia l'inevitabile caratteristica dei governi di coalizione o sostenuti da modeste maggioranze è sbagliato. Vi sono Paesi in cui il primo ministro governa con una minoranza o con una piccola maggioranza. Vi sono Paesi in cui ciò che conta, per abbattere il governo, non è la somma dei voti contrari, ma l'esistenza di un'altra maggioranza, più omogenea e coerente. John Major può sopravvivere, anche se il gruppo parlamentare conservatore si è andato progressivamente assottigliando, perché la coalizione dei suoi oppositori alla Camera dei Comuni non sarebbe politicamente credibile. In Italia, come sappiamo, le cose possono andare diversamente. In Italia i ribaltoni si possono fare al buio, per rovesciare il governo, senza che nessuno dei «congiurati» si preoc- Sergio Romano CONTINUA A PAG. 8 PRIMA COLONNA ROMA. Di Pietro aveva promesso che avrebbe posto, in Consiglio dei ministri, il problema politico dei rapporti tra governo e Rifondazione comunista. Io non voglio «calarmi le braghe» davanti a Bertinotti, aveva detto davanti ad una assemblea di costruttori. Invece, il ministro dei Lavori pubblici ha preferito tacere davanti ai suoi colleghi. Che lo hanno accolto con un gelido dissenso che 10 ha lasciato del tutto isolato. 11 disappunto di Prodi è stato comunicato a Di Pietro dal sottosegretario Enrico Micheli, il quale ha spiegato le perplessità del governo anche sul progetto di Authority anti-corruzione nella pubblica amministrazione. Intanto è nato un giallo sul nuovo rinvio dei due disegni di legge sulla riorganizzazione dei mercati tv e delle telecomunicazioni preparati dal ministro delle Poste Antonio Maccanico. Non sono mancate perplessità tecniche, né riserve politiche. Tuttavia Maccanico resta fiducioso. Ippolito, Rapisarda e Sapegno ALLE PAG. 2 E 3
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