Ulster, la polizia cede alla violenza dei protestanti di Fabio Galvano

Ulster, la polizia cede alla violenza dei protestanti La guerriglia urbana si estende a natta l'Irlanda del Nord. Passo di Dublino presso Major: perché li avete lasciati passare? Ulster, la polizia cede alla violenza dei protestanti Via libera alla sfilata nei quartieri «nemici», e si scatena la contro-rivolta cattolica LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo i protestanti ora tocca ai cattolici: nell'Ulster senza pace la violenza repubblicana subentra a quella dei lealisti, dopo l'incauta decisione del capo della polizia di lasciar passare il corteo orangista bloccato da quattro giorni in un sobborgo di Portadown. «I rischi erano troppo gravi, vite umane erano in pericolo», ha spiegato sir Hugh Annesley. Ma nel momento stesso in cui dava partita vinta ai protestanti esplodeva la furia dei cattolici, che si sono sentiti come troppe volte in passato traditi e abbandonati. Così, mentre i protestanti con le fasce arancione sfilavano lungo la cattolica Garvaghy Road, in silenzio ma con gli ossessionanti rintocchi di tamburo come vuole la coreografia di queste marce, la furia cattolica è esplosa. Un lancio di sassi, mattoni, bottiglie ha accolto la rimozione del filo spinato che da quattro giorni separava protestanti e polizia. Poi sono state lanciate le prime molotov, alle quali è stato risposto con i consueti proiettili di gomma. La polizia ha quindi caricato respingendo i repubblicani nelle viuzze attorno alla Garvaghy Road. I 1300 orangisti hanno così potuto sfilare senza incidenti; ma subito dopo, quando gli agenti si sono ritirati, la rabbia cattolica è esplosa. Auto sono state rovesciate e incendiate, in alcune località si è anche cercato di creare barricate che gli agenti hanno abbattuto con le loro Land Rover blindate. Ma la violenza, come era già accaduto nei giorni scorsi per quella protestante, è esplosa anche altrove alla notizia del dietrofront della polizia a Portadown: a Belfast, a Londonderry, ad Armagli, a Lurgan fiamme e distruzione hanno cambiato etichetta. La linea ferroviaria che unisce Belfast a Dublino è stata interrotta con un autobus portato sui binari e dato alle fiamme. E anche la compattezza politica fra Londra e Dublino è stata messa a dura prova, con il premier irlandese Bruton «gravemente preoccupato» e deciso a «chiedere una spiegazione» a Major. Sicuramente la crisi non è stata gestita nel migliore dei modi e l'improvviso voltafaccia della polizia la dice lunga sui veri problemi dell'Ulster. E ieri sera si sono affiancate, alle fiamme della violenza, quelle dei falò con cui gli orangisti ricordano la battaglia del Boyne, 306 anni fa: l'annuale rito per umiliare i cattolici sconfitti, che rivivrà oggi in mille sfilate orangiste. Il clima è dei peggiori, come non accadeva da molti anni: potrebbe succedere di tutto. Fabio Galvano

Persone citate: Boyne, Bruton, Hugh Annesley