Csm su Coiro
Csm su Coirò Csm su Coirò «Ecco perché va trasferito» ROMA. Michele Coirò deve essere trasferito d'ufficio dal momento che sono «venute meno le condizioni perché possa continuare ad esercitare le funzioni di procuratore della Repubblica di Roma con la necessaria credibilità». Giunge a questa conclusione la relazione di maggioranza con la quale la prima commissione referente del Csm ha proposto all'assemblea di Palazzo dei Marescialli il trasferimento d'ufficio dell'attuale capo della Procura di Roma. Due le contestazioni principali: la richiesta di informazioni fatta da Coirò al collega del pool milanese Francesco Greco per conoscere la provenienza della microspia trovata nel bar «Tombini» di Roma il 21 gennaio scorso e l'incontro, insieme allo stesso Squillante, con il generale Luigi Federici, comandante dell'Arma, avente ad oggetto il maggiore Enrico Cataldi. Quanto alla vicenda della microspia, si rileva come «indiscutibile» 0 fatto che «il comportamento di Coirò è stato obiettivamente tale da poter essere interpretato nel senso di una sua condotta di favore di Squillante, incompatibile con i doveri del suo ufficio». Per quanto riguarda Enrico Cataldi, la prima commissione referente del Csm rileva che «la sequenza temporale degli atti lascia inevitabilmente ritenere che il maggiore Cataldi, già designato a comandare la sezione anticrimine del Ros di Roma, sia stato destinato ad altro incarico proprio a seguito e per effetto dell'intervento congiunto di Squillante e Coirò sul comandante generale dell'Arma». Motivazioni che non convincono quanti perorano lo scagionamento di Coirò. E' questa la richiesta contenuta nella relazione di minoranza che Sandro Pennasilico, togato di Magistratura democratica, sottoporrà al plenum di Palazzo dei Marescialli, chiamato a discutere la settimana prossima sulla proposta di trasferimento di Coirò, approvata l'altroieri in commissione. Pennasilico premette che sia l'episodio della microspia nel bar «Tombini» che la visita al generale Federici per il trasferimento del maggiore Cataldi «non rappresentavano di per sé ragioni di perdita di credibilità del procuratore. Non si rinveniva traccia di rilevanti conflitti tra Coirò e l'ambiente giudiziario». Vi è stata, al contrario, «una serie di manifestazioni di stima e solidarietà provenienti dai più diversi settori». [r. i.l Coirò Coirò
Persone citate: Cataldi, Enrico Cataldi, Federici, Francesco Greco, Luigi Federici, Pennasilico, Sandro Pennasilico
Luoghi citati: Roma
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