Poliziotto ucciso davanti al bar

Ferito un collega Ferito un collega Poliziotto ucciso davanti al bar POTENZA. Ha visto che il suo collega era in difficoltà, che un avventore di quel locale lo aveva disarmato della pistola e che stava per sparare. E allora ha fatto per scendere dalla macchina di servizio, ma un colpo di quella pistola lo ha raggiunto in pieno, prima che riuscisse ad aprire la portiera. E' morto così Francesco Tarnmone, 26 anni, originario di Albano di Lucania, agente scelto, dall'età di sedici in Polizia. Attualmente in forza all'Ufficio di prevenzione generale e soccorso pubblico, al quale fanno capo le «volanti». E' morto davanti ad un circolo affollato di gente, in via Tirreno, in un quartiere periferico e degradato di Potenza che tutti chiamano «Serpentone». I poliziotti avvisati da alcuni passanti hamio poi arrestato un pregiudicato, e fermato altre due persone. Per Tammone, niente da fare. E' arrivato già morto in ospedale. Lascia una moglie, e un figlio nato appena un mese fa. Ferito gravemente l'ispettore che Tammone voleva aiutare, Mario Panico, e l'uomo arrestato: Francesco Pontiere definito dagli inquirenti come un pi uripregiudicato, da poche settimane uscito dal carcere. I fatti. Ieri sera poco dopo le 20 la «volante» di Tammone e Panico è in normale servizio di pattugliamento al «Serpentone». Lenti giri su e giù per quelle strade che passano tra condomini anonimi. Strade piene di gente, per la passeggiata del dopo cena. La pattuglia arriva in via Tirreno, si ferma davanti al circolo. Fuori ci sono un sacco di persone che clùacchierano. Tra di loro, alcune attraggono l'attenzione dei poliziotti. L'ispettore Panico decide di fare un controllc, Tammone lo aspetta seduto al posto di guida. «Documenti», Panico dice a un gruppetto. Nonnaie routine, ma qualcosa gira storto. Pontiero cerca di scappare, l'ispettore lo insegue, pistola in pugno. Una breve corsa, poi i due vengono alle mani. Nella colluttazione il pregiudicato riesce a prendere la pistola dell'altro, e spaia. Panico cade a terra, l'altro fugge. Tutto si svolge nel giro di pochi attimi. Tammone decide di scendere dalla macchina, ma qualcuno lo ha notato, e decide di fermarlo. Un colpo, poi un altro, a sparare è sempre la pistola dell'ispettore. Tammone resta inchiodato al sedile, muore. Davanti al bar è il caos. La gente urla, molti scappano dal locale terrorizzati, ma intanto gli spari hanno richiamato nello spiazzo altre persone che erano li vicine. Qualcuno avvisa il «113», sul posto arrivano altre volanti. Gli agenti fermano subito Pontiero, e lo portano in Questura. Ma anche lui è rimasto ferito durante la sparatoria, perde molto sangue. Il magistrato di turno decide per il ricovero immediato in ospedale, dove si trova tuttora piantonato. Negli uffici della Squadra mobile vengono poi portate altre due persone in stato di fermo, i cui nomi non sono stati resi noti. Il loro interrogatorio è andato avanti a lungo ! nella notte. [r. cri.] ;

Luoghi citati: Albano Di Lucania, Potenza