Notti di guerra nell'Ulster
Major invia mille soldati, ma le famiglie cattoliche fuggono dalle loro case per le minacce protestanti Major invia mille soldati, ma le famiglie cattoliche fuggono dalle loro case per le minacce protestanti Notti di querra nell'Ulster Dilagano gli scontri, tregua finita LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' di notte che i dèmoni dell'Ulster si risvegliano e la violenza riaffiora, come negli anni più bui di una storia insanguinata che con tragico eufemismo protestanti e cattolici chiamano «i disordini». Per la quarta notte la guerriglia urbana è ripresa ieri sera a Drumcree, un villaggio accanto alla cittadina di Portadown che è diventato simbolo della nuova violenza: da una parte lanci eh bombe molotov, barricate, auto incendiate, negozi distrutti, case danneggiate; dall'altra lacrimogeni e proiettili di gomma. E tutto per il filo spinato che la polizia ha eretto domenica per impedire a una marcia protestante di sfilare con i suoi slogan di spregio in una via cattolica. Ma la violenza si spande a macchia d'olio: a Belfast ci sono già state due notti di fuoco, con barricate, auto incendiate e famiglie cattoliche costrette ad abbandonare le loro abitazioni in zona protestante; a Coleraine, a Limavady, a Londonderry sono ricomparse barricate. L'Ulster è ripiombato nel clima assurdo dell'odio settario. Da Londra il primo ministro Major condanna questa «violenza di massa» e mette in stato di allerta altri mille soldati, da aggiungere ai 17.500 che già presidiano la regione, ma nega che il processo di pace sia morto e se- polto. «Una campagna d'intimidazione contro i cattolici», protesta Gerry Adams, leader del Sinn Féin. «Una polveriera», ammette il leader unionista Ian Paisìey, mentre i leader religiosi ammoniscono del pericolo di «una catastrofe» e invitano al buon senso. Nelle prime tre notti di scontri ci sono stati 49 feriti fra i poliziotti e 37 fra i dimostranti, 87 arresti, la polizia ha sparato 339 proiettili di gomma in risposta a 452 «aggressioni». E' un miracolo se non ci sono stati morti. Questa volta la polizia della regione, la Royal Ulster Constabulary di matrice protestante ma odiata tanto dai protestanti quanto dai cattolici, protegge questi ultimi, Ma ormai in Ul¬ ster la distinzione è futile: è guerriglia, con episodi di violenza, barricate, incendi anche in altri centri. E tutto - sembra incredibile - in nome di una battaglia combattuta 306 anni fa, l'I 1 luglio 1690. Quella del Boyne, dal nome di un fiume 40 chilometri a Nord di Dublino, dove Guglielmo III d'Orange sconfisse il deposto re cattolico Giacomo II. Per un errore di calendario l'anniversario è festeggiato il 12, con centinaia di marce orangiste. Il ccrteo degli orangisti protestanti di Portadown si ripete da sempre: è uno di quelli che dà il «la» a una settimana di passione settaria che neppure la tregua degli ultimi due anni aveva completamente spento. L'anno scorso, nel clima di ritrovata armonia oggi cancellato dalle bombe dell'Ira in Inghilterra e dalla nuova intransigenza degli estremisti protestanti in NorcÙrlanda, si era raggiunto un compromesso: una sfilata calma e silenziosa lungo il tradizionale percorso, ma con la promessa di abbandonarlo quest'anno. Invece le schiere di protestanti - poche centinaia dì giorno, ma almeno 7 mila la notte - hanno insistito per passare lungo la cattolica Garvaghy Road e si sono visti fermare dalla polizia. Ieri fra le schiere dei lealisti protestanti è comparso anche un bulldozer; e si temeva un gesto di forza, il tentativo di abbattere barricate e filo spinato. Poi è scomparso; ma per ogni crisi che si risolve altre dieci affiorano. Con il passare delle ore la tensione aumenta, perché resta quell'anacronistica celebrazione del 12 luglio, con le sfilate di massa e i falò nelle strade che cominciano già stasera. Ma nulla emerge, dalla ragnatela di contatti politici, che faccia sperare in bene. Ieri un deputato cattolico dell'Sdlp, schieramento che predica la moderazione, ha dovuto essere prelevato in elicottero dalla sua abitazione nella contea di Armagh, assediata da ima folla di leahsti, perché potesse partecipare al negoziato di pace nel castello di Stormont. E la notte era ancora lontana. [f. gal.] Decine di poliziotti e dimostranti feriti Gerry Adams, leader del Sinn Féin, accusa «C'è una campagna di intimidazione» Guglielmo III. Sopra, protestanti e polizia si fronteggiano a Portadown
Persone citate: Boyne, Gerry Adams, Guglielmo Iii
Luoghi citati: Belfast, Dublino, Inghilterra, Londonderry, Londra, Ulster
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