Amato dà il passaporto alla Moretti

Il gruppo olandese dovrà però cedere uno degli stabilimenti dell'azienda di Udine Il gruppo olandese dovrà però cedere uno degli stabilimenti dell'azienda di Udine Amato dà il passaporto alla Moretti Sì dell'authority all'acquisto da parte di Heineken ROMA. Il vecchio con i grandi baffi imperlati di birra potrà emigrare in Olanda, a concedergli il passaporto è stato l'Antitrust, che ha dato via libera al passaggio della Moretti sotto la bandiera della Heineken. Per autorizzare la nascita del nuovo colosso italiano della birra c'è voluto un mese e mezzo, periodo in cui il responsabile dell'authority sulla concorrenza, Giuliano Amato, ha valutato se, di fronte al fatto che HeinekenMoretti e Birra Peroni venissero a dividersi la piazza, fosse meglio intervenire prima che i due possano eventualmente arrivare ad accordi tali da «ingessare» il mercato. Questa preoccupazione, all'origine dell'istruttoria con cui l'Antitrust aveva bloccato l'acquisto della Moretti, è stata evidentemente superata e Anato ha detto sì. Per convincere l'Antitrust che l'operazione non avrebbe portato ad effetti distorsivi sul mercato della birra la Heineken si è però impegnata a cedere uno stabilimento italiano per tagliare almeno del 5 per cento la sua quota produttiva. Infatti, secondo la delibera dell'Authority guidata da Amato, «poiché la presenza stabile sul territorio costituiva uno dei principali elementi per lo sviluppo di un'effettiva concorrenza, la possibilità d'acquistare un insediamento produttivo da parte di un nuovo operatore o di un concorrente già presente potrà ridurre in modo significativo il rischio della costituzione di una posizione dominante». Non si sa ancora a quale degli impianti produttivi disseminati tra Aosta e Taranto la Heineken vorrà rinunciare, ma è certo dovrà sceglierne uno con una ca¬ pacità produttiva non inferiore al 5 per cento del mercato nazionale e che per cedere lo stabilimento dovrà selezionare un acquirente in possesso di marchi adeguati nel mercato della birra e dotato di risorse finanziarie adeguate. Ottemperando a que¬ sta precisa rischiesta dell'Antitrust la Heineken, grazie all'ingresso della Moretti nel suo impero, porterà dal 27 al 37 per cento la sua quota su un mercato che vale circa 1800 miliardi l'anno, anche se l'Italia, con 25 litri di birra prò capite come consumo medio annuale, è il fanalino di coda nell'Unione Europea. Nonostante gli italiani non si dimostrino grandi bevitori di birra ad integrare la produzione nazionale di 12 milioni di ettolitri ne arrivano dall'estero altri tre milioni, mentre solo il 2 per cento della birra «made in Italy» è destinata oltre frontiera. La Moretti parlerà dunque olandese, ma la storica casa fondata nel 1859 ad Udine aveva già da tempo padroni stranieri. Dopo l'acquisto di un pacchetto di maggioranza da parte della canadese John Labatt la Moretti era passata, un anno fa, al gruppo belga Interbrew entrando a far parte di una costellazione formata da altri marchi prestigiosi, come Stella Artois e Leffe. Poi, nel febbraio '96, il nuovo passaggio di mano: la Interbrew cedeva Moretti alla Heineken, secondo gruppo mondiale nel settore birra, che ha nelle sue strategie un rafforzamento della presenza in Italia. Sul prezzo della transazione il Financial Times parlava di una cifra compresa tra i 150 e i 175 milioni di dollari. Vanni Cornerò i MASCHI CHE BEVIAMO 8IPARf!ZI0NE PERCtMTUfiLE Dati! QUOTE 01 WtRCATO IH (TAIIA ili

Luoghi citati: Aosta, Italia, Leffe, Olanda, Roma, Taranto, Udine