Costanzo contro Siciliano

Costanzo contro Siciliano Costanzo contro Siciliano «Il Cda? Terrazzino con gerani Mai Viale Mazzini così in basso» ROMA. Maurizio Costanzo sale sul palco del Teatro Parioli massaggiandosi il gozzo. «Una improvvisa laringite», si lamenta. E sgranando gli occhi al pubblico fa accomodare Massimo D'Alema, l'ospite della serata. L'origine del suo terribile «mal di gola» è presto chiarita: a Costanzo sono andate di traverso le nuove nomine al cda della Rai. E, soprattutto, gli è andata di traverso l'indicazione di Enzo Siciliano alla presidenza. Quello stesso Siciliano che, in un'intervista pubblicata ieri dal Corriere della Sera, confessava di non seguire il suo show: «Costanzo mi deprime...». E lui: «Dicono che questo è un cda da terrazzo, ma a me sembra piuttosto un cda da terrazzino con gerani. Quello dei "professori", al confronto, svetta nel ricordo. Non capisco proprio in che cosa abbiano eccelso questi qui. Il cda della Rai non è mai stato così minimo...». A D'Alema tocca difendere come può la cinquina: «Io sono spesso d'accordo con lei, ma questa durezza di giudizio mi sembra pregiudiziale e inappropriata. L'azienda tv produce spettacolo, cultura, informazione e questo cda ha le competenze per farlo. Vediamoli alla prova: non è un gruppo di sbandati. Liliana Cavani è una grande regista, Enzo Siciliano è un uomo di cultura...». Costanzo è imperturbabile. Il nome di Siciliano scivola via senza provocare una grinza. Ma quando D'Alema finisce, il presentatore tira fuori una serie di nomi: Fabiano Fabiani, Gianfranco Dioguardi, ecco, questi sì che sarebbero stati personaggi all'altezza della situazione. «E i loro nomi sono stati fatti in questi giorni. Perché la Rai è così sfigata che poi non riesce mai ad avere un cda come si deve?». D'Alema, preso in contropiede, ribatte come può. «In fondo il cda ha soprattutto un compito di indirizzo», ricorda il leader della Quercia. «Poi, d'intesa con Uri, nomineranno un valido direttore generale che si occuperà dei conti e della gestione dell'azienda». Ma il futuro? incalza Costanzo. E D'Alema, cercando sorrisi complici nella platea: «Si prenderanno un esperto in nuove tecnologie che si preoccuperà del cavo...». Sbotta Costanzo: «Non del cavo si devono preoccupare, ma di quello che va dentro il cavo». Finito lo sfogo il programma può finalmente cominciare: il Dpef sotto tiro, i rapporti del pds con i cespugli della sinistra, i rapporti di D'Alema con i giornalisti, il problema della disoccupazione. Ma proprio quando il leader del pds sta per congedarsi da Costanzo, il presentatore lo trattiene per un'ultimissima domanda: «Mi dica la verità, se lei avesse avuto pieni poteri, avrebbe nominato quei cinque consiglieri?». D'Alema cerca di svicolare, ma Costanzo insiste. Alla fine D'Alema cede: ((Alcuni sì, alcuni no», dice rassegnato. Andrea di RobHant

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