Rifondazione primi sgambetti a Prodi

«Compagni, non fischiate Massimo Il premier dopo il vertice a Palazzo Chigi chiama Bertinotti che lo avverte: devi ascoltarci Rifondazione, primi sgambetti a Prodi I comunisti votano col Polo, governo battuto 4 volte ROMA. Quattro commissioni della Camera su otto hanno negato ieri l'approvazione (non vincolante) del documento di programmazione economica del governo per il 1997. E' successo perché Rifondazione (che appoggia il governo) ha votato contro assieme al Polo e alla Lega, all'opposizione. Bertinotti lo aveva minacciato e lo ha fatto. Il suo è più che altro un avvertimento a Prodi. «Noi non vogliamo fare nessuno sgambetto al governo. Chiediamo solo che faccia una dichiarazione sui contratti da rinnovare», spiega Cossutta. Preoccupato, Prodi ha telefonato ieri sera a Bertinotti, per parlare di quanto successo. E' stato lo stesso segretario di Rifondazione a raccontarlo ai giornalisti a Pisa. «In queste occasioni - ha confermato Bertinotti - ci si sente per forza. Spe- riamo che Prodi ascolti le nostre idee che finora non ha ascoltato». Il presidente del Consiglio sarà riuscito a tranquillizzare il leader di Rifondazione? Ma intanto l'opposizione gioisce («l'Ulivo non esiste più» sentenzia Calderisi, di Forza Italia. «E' una maggioranza virtuale» dice Maceratini di An). E Scalfaro chiama Prodi al Quirinale. Nelle stesse ore il governatore Fazio dà, di fatto, una mano a Prodi, riconoscendo che sforzi maggiori di quelli previsti dal governo potrebbero danneggiare l'economia. Il presidente del Consiglio, appena disceso dal Colle, ha convocato a Palazzo Chigi i ministri Ciampi (Tesoro) e Treu (Lavoro) assieme al ragioniere dello Stato, Mo- norchio. Per vedere cosa si può fare per andare incontro alle preoccupazioni di Rifondazione, ma anche del pds, sulle garanzie per l'occupazione e i futuri contratti. Oggi, l'atteso «vertice» dei capigruppo dell'Ulivo. «Non è la fine del mondo» aveva commentato Treu dopo le 4 bocciature. «Non ritengo ci siano da fare modifiche. Il dpef è equilibrato. Cer- to, ci potranno essere aggiustamenti, ma senza stravolgimenti». Il ministro ha, però, ammesso che «è sicuramente da rafforzare» la parte che riguarda la creazione di posti di lavoro. Così come ha aggiunto che il problema del rinnovo dei contratti vincolato dal tetto di inflazione programmata per il '97 «è materia negoziabile, ma se il Parlamrento vuole dire la sua...». Il Parlamento potrà dire «la sua» martedì quando discuterà il Dpef in aula. La maggioranza punta ad approvare una risoluzione die tenga tutti insieme, da Dini a Bertinotti. Un documento che dovrà indirizzare un altro documento di intenti. Forse !e difficoltà per la maggioranza non verranno dall'appuntamento di martedì. Le difficolta vere sono, più che il rapporto con Rifondazione, il l'apporto tra il governo e la sua maggioranza parlamentare. Che, stando a quel che dicono i gruppi interessati, è inesistente. Denuncia Bruno Solari, pidiessino presidente della Commissione Bilancio della Camera: «Il governo se l'è cercata perché non viene qui ad occuparsi del suo oito». Prodi è accusato di trascurare i rapporti parlamentari con la sua maggioranza e questo, dai più, è preso per un atteggiamento di arroganza professorale. «Noi rivolgiamo al governo l'invito ad evitare atteggiamenti gladiatori» diceva ieri Mussi, presidente del gruppo pds. «Dall'incidente di oggi può nascere qualcosa di positivo. Il primo incidente deve suvire ad evitarne altri in futuro», ammonisce Mussi. Ovvero, caro professor Prodi, go¬ verno avvisato è mezzo salvato. Più diplomaticamente, D'Alema ha detto le stesse cose al Costanzo show: «Il governo deve ascoltare un po' la sua maggioranza, che è composta da deputati, gruppi e capigruppi. Anche perché ci sono alcune preoccupazioni fondate». Che son quelle comuni con Bertinotti, ma anche cnjei soli 7 voli eli maggioranza alla Camera (e 2 o 1 nelle commissioni), che fan prevalere l'Ulivo su Polo e Lega, come Mussi ha voluto ricordare. Ma Bianco, segretario del ppi, ha intimato a ['rodi, a sorpresa, di «non arretrare neanche di un millimetro» davanti a Bertinotti. Subito corretto da Mattarella: «Le posizioni dell'Ulivo non sono inconciliabili con quelle di Rifondazione». Alberto Rapisarda Il parere non era vincolante ma per Forza Italia «l'Ulivo è morto» Alla festa di Liberazione clima più disteso. E c'è chi grida: «Tornate assieme» stesse ore il governatore Fazio dà, di fatto, una mano a Prodi, riconoscendo che sforzi maggiori di quelli previsti dal governo potrebbero danneggiare l'economia. Il presidente del Consiglio, appena disceso dal Colle, ha convocato a Paazzo Chigi i ministri Ciampi (Tesoro) e Treu Lavoro) assieme al ragioniere dello Stato, Mo- segretari di pds e Rifondazione comunista Massimo D'Alema e Fausto Bertinotti Il Parlamento potrà dire «martedì quando discuterà il aula. La maggioranza puntaprovare una risoluzione dietutti insieme, da Dini a BertUn documento che dovrà indre un altro documento di Forse !e difficoltà per gioranza non verranl'appuntamento di mLe difficolta vere soIl presidente del Consiglio Romano Prodi Il presidente del Consiglio Romano Prodi I segretari di pds e Rifondazione comunista Massimo D'Alema e Fausto Bertinotti

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