Fazio: «Caro Monti sbagli» di Stefano Lepri

m COMMISSIONE «Il recupero di credibilità dell'Italia è pari a quello del '47» Fazio; «Caro Monti, sbagli» «La manovra dura sarebbe un disastro» ROMA. Con la linea Monti si porterebbe l'economia italiana al disastro. Va bene invece la linea Prodi-Ciampi, purché sia attuata in pieno. Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio non avrebbe potuto essere più duro nel respingere la maximanovra di bilancio per arrivare già nel '97 al traguardo di Maastricht, proposta dall'economista e commissario europeo Mario Monti: «Inciderebbe negativamente sulla crescita» e «vanificherebbe gli effetti positivi determinati dal guadagno di fiducia e dall'abbassamento dei tassi». Dunque «appare opportuno procedere» con «le linee e i tempi» indicati dal governo Prodi. L'audizione di Fazio in Parlamento, ieri sera, aveva come oggetto proprio il «dpef» (leggi dipieffe), il documento di programmazione '97-'99 che è stato al centro della battaglia politica nelle ultime due settimane. A maggior ragione, il giudizio della Banca d'Italia ha segnato una svolta. Rispondendo a una domanda, Fazio ha notato che il recente recupero di credibilità dell'Italia, con la risalita della lira, «è pari a quello che ci fu nel '47». Politicamente, non è un paragone da poco, se si pensa che nel '47 a stroncare l'inflazione fu, come governatore. Luigi Einaudi, mentre a capo del governo c'era Alcide De Gasperi. In sintesi, Fazio dice: il governo ha scelto la strada giusta; non sarà facile percorrerla, ma riuscendoci il futuro sarà anche migliore di quello prospettato dal «dpef» perché i tassi di interesse scenderanno più di quanto lì indicato. E' interessante che proprio Fazio apra questa prospettiva, lui che contro tutte le critiche sta tenendo il tasso di sconto alto. Benché «nel campo intemazionale la tendenza dei tassi volga piuttosto all'aumento» potrà ridursi ancora la differenza tra l'Italia e gli altri Paesi. Ed è la carta segreta di Carlo Azeglio Ciampi che qui viene rivelata: la spesa per interessi sul debito potrebbe rivelarsi minore, e Maastricht più vicina. Del resto la discesa del differenziale di interesse a 10 anni con la Germania (un indice cruciale di fiducia) è continuata ieri, nonostante il temporaneo scossone impresso a lira e mercati dalla bocciatura del «dpef» in 4 commissioni della Camera. Il recupero di fiducia va valutato rispetto al punto più basso, il marzo del '95 (no del Polo alla manovra Dini, assenza di una maggioranza stabile, tensione politica al massimo). «Solo ora posso rivelarlo: nel marzo '95 abbiamo sfiorato una crisi di tipo sudamericano» ha detto Fazio. Allora la lira fu fermata al cambio già irreale di 1275 con il marco tedesco; oltre, sarebbe precipitata a vite con il risultato di una inflazione a due cifre. Il sottinteso del governatore è che se al contrario il governo Prodi non riuscirà a realizzare il suo programma, le cose andranno anche peggio di quanto si immagini. L'obiettivo di inflazione al 2,5% è «attendibile ma tutt'altro che facile da raggiungere»: richiede l'azione concomitante di tre fattori, la politica di bilancio, la politica dei redditi e la politica monetaria. Fazio come di consueto chiede «comportamenti coerenti da parte di tutte le forze so- ciali»; che non aggiunga altro può forse significare che non lo preoccupa più di tanto la disputa sul rinnovo dei contratti al 2,5% oppure al 3%. Non sarà facile nemmeno approntare una legge finanziaria '97 come è descritta nel «dpef». Fazio appoggia le indicazioni del ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi ma prevede che ci sarà molto da combattere per realizzarle. Di fronte a una tendenza spontanea della spesa corrente statale ancora in crescita forte, 5,7% per l'anno prossimo, l'obiettivo di contenerne l'aumento all' 1 % è ambizioso. E' corretta la scelta di incidere in primo luogo sulle inef¬ ficienze e sugli sprechi. Il governatore ripete tuttavia che lo Stato sociale va ripensato, limitandone i benefici alle «categorie socialmente più deboli». In prospettiva, magari non subito, dovrà essere rivista la riforma Dini delle pensioni, che «non assicura l'equilibrio del sistema» e genera «illusioni». Dal lato delle entrate, Fazio incita il governo a «conseguire risultati maggiori di quelli indicati» nella lotta all'evasione e all'elusione fiscale; non può che trattarsi di un invito alla severità contro i redditi diversi dal lavoro dipendente. Stefano Lepri «Troppa austerità inciderebbe negativamente sulla crescita» Apertura sul calo dei tassi. Pessimismo sul sistema Inps «Solo illusioni» Il commissario europeo Mario Monti A sinistra: il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio Qui accanto: Ciriaco De Mita In basso: Mino Martinazzoli

Luoghi citati: Germania, Italia, Roma