Il Brasile laurea Romiti di Marco Neirotti
All'Università Pontificia All'Università Pontificia Il Brasile laurea Romiti L' BELO HORIZONTE APPORTO più significativo che l'impresa ha dato alla società riguarda l'influenza sui comportamenti collettivi e individuali», ha detto ieri Cesare Romiti, presidente della Fiat, ricevendo la laurea honoris causa della Pontificia Università Cattolica di Minas Gerais. La cerimonia si è svolta durante le celebrazioni dei 20 anni di Fiat in Brasile e in occasione della firma di un protocollo d'intesa tra l'azienda italiana e quell'Università per i programmi di formazione delle risorse umane per lo stabilimento di Eetim. Un riconoscimento assegnato in precedenza all'ex presidente portoghese Soares, al rettore dell'Università di Bologna, Fabio Roversi Monaco, e al giurista brasiliano Raimondo Faoro. «Ma cos'è l'uomo / che c'è sotto il nome?». Con i versi del poeta Carlos de Andrade ha aperto il suo saluto a Romiti il Pro-Rettore de Carvalho. A quelle domande Romiti ha risposto nel Teatro dell'Università, dove studiano circa 17 mila giovani. E ha risposto con una lezione di filosofia manageriale, sul rapporto fra impresa e cultura. «Dovunque, nei Paesi di più antica industrializzazione come in quelli di più recente sviluppo - ha detto - si fa strada la consapevolezza dello strettissimo rapporto che lega crescita economica e occupazione con la qualità delle risorse umane, intesa non soltanto in termini di competenze tecniche ma come espressione di valori, di mentalità, di comportamenti: in una parola, di cultura di un popolo». Romiti ha parlato di ciò che avviene «dentro» le fabbriche: si sviluppano «mestieri, professioni, rapporti sociali che si sono poi ri- Cesare Romiti versati sulla più ampia comunità, modificandone i riferimenti della convivenza, gli stili di vita, le abitudini». E ha parlato di ciò che «dalle fabbriche» emerge per trasferirsi nel contesto civile: «l'imprenditorialità, la professionalità, l'innovazione, il merito, la competizione intesa come continuo confronto con gli altri e come ricerca costante del miglioramento». Per una società «che si avvicina al giro di boa del XXI secolo», ha ricordato come per un'azienda «il sapere, le competenze, l'attitudine a imparare sono oggi risorse più importanti del capi portanti del capitale, delle materie prime e delle stesse tecnologie». «In tutte le imprese più avanzate, anche in Fiat, ha aggiunto Romiti - l'uomo con tutta la sua personalità e professionalità è ormai al centro del processo produttivo». Da qui un'osservazione sulle difficoltà della scuola e dei sistemi formativi incapaci di «corrispon- dere all'esigenza di preparare permente competenti sone adeguatamente competenti sotto il profilo tecnico e, al tempo stesso, flessibili, capaci di apprendere continuamente, curiose, creative, aperte al confronto e al dialogo con altre culture». Indispensabile il dialogo tra formazione e industria. «Ciò che un imprenditore chiede - ha detto Romiti - è che i giovani escano dalla scuola con una solida cultura di base e in grado di prendere decisioni, di lavorare in autonomia... Alla scuola si chiede che insegni un metodo, che alleni i giovani alla flessibilità mentale, e che rafforzi in loro la disponibilità ad imparare, che diventi prima palestra del senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri». Marco Neirotti Cesare Romiti
Luoghi citati: Brasile
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