Basta esami di riparazione? E il boom delle bocciature di Tortello

Sono gli istituti professionali i più severi con gli studenti Sono gli istituti professionali i più severi con gli studenti Basta esami di riparazione? E' il boom delle bocciature ROMA. «Strage» di studenti nelle scuole secondane superiori, a due anni dalla «riformina» voluta dall'ex ministro D'Onofrio, che ha abolito gli esami di riparazione. I dati diffusi ieri dal ministero della Pubblica Istruzione non lasciano dubbi: quest'anno 14 giovani su cento non sono stati ammessi alla classe successiva (contro i 12,2 su cento di dodici mesi fa). Sono gli istituti professionali a «stangare» di più (quasi 18 allievi su cento, con punte che superano il 20 su cento nel primo anno di corso); a ruota, gli istituti tecnici (16,8 su cento), d'arte (15,9 su cento) e magistrali (14 su cento). Meno forte è, invece, la selezione nei licei classici e scientifici: hanno bocciato, rispettivamente 6 studenti su cento e 8,3 su cento. E' un giro di vite che preoccupa non solo allievi e famiglie. Un «segnale» dalla scuola per chiedere a gran voce il ripristino dei tradizionali esami di settembre? Mette le mani avanti Maurizio Zammataro, portavoce nazionale dell'Unione degli studenti: «Gli esami di riparazione? Obsoleti e inutili. Bisogna migliorare subito la qualità dei corsi di sostegno e di recupero durante l'anno, non tornare indietro. La scuola superiore già allontana quasi metà dei suoi allievi; oggi, i dati ci dicono che deve bocciare ancora di più? Ma a chi giova lo spreco di risorse umane?». Boom di bocciature, dunque; ma anche un campanello d'allarme rispetto alla applicazione lenta e parziale dei cambiamenti imposti da una «leggina» resa ancora più debole dalla mancata riforma complessiva dell'istruzione secondaria superiore. «Una innovazione improvvida - sostiene Luciano Corradini, pedagogista alla Sapienza, vicepresidente del Consiglio nazionale della pubblica istruzione e già sottosegretario del ministro Giancarlo Lombardi Portata avanti senza dare, contestualmente, ai singoli istituti la piena autonomia organizzativa e didattica. Abbiamo sperimentato la grande distanza che esiste tra una idea accarezzata, immaginata ed esaltata nei convegni e la sua realizzazione pratica». Scuola più selettiva, scuola più «seria»? Giuseppe Bertagna, ricercatore universitario e capo redattore della rivista più diffusa e letta dai docenti delle superiori [Nuova secondaria, editrice La Scuola di Brescia), non è d'accordo: «Meglio presbiti che miopi», ha titolato il suo intervento sul numero che sta arrivando agli abbonati. «Il problema vero - osserva - è incrementare le diversità dei percorsi scolastici, non la selezione. Incrementare la differenziazione dei programmi, la flessibilità delle proposte educative. Potenziare le iniziative di formazione ed aggiornamento dei docenti; ad esempio, far sperimentare una didattica che parta dall'azione, non solo dalle teorie». C'è un dato significativo che deve fare riflettere. I progetti di riforma degli istituti tecnici e professionali sperimentati in questi ultùui anni hanno modificato i «curricula» di queste scuole, ma non hanno fatto scendere la percentuale dei bocciati. Anzi... Aggiunge Bertagna: «Ogni cento alunni che si iscrivono in prima elementare, solo 80 arrivano regolarmente alla licenza media. E metà di questi ottengono il diploma con la sola sufficienza. Poi, si iscrivono alle superiori e 20 su cento vengono bocciati al primo colpo. A 15 anni, noi abbiamo 40 ragazzi su cento che registrano problemi o incompatibilità con quest'ordine di scuola; e altri 10 su cento vengono bocciati alla fine dell'anno successivo. Sono cifre che debbono far riflettere anche di fronte alla prospettiva dell'innalzamento dell'istruzione dell' obbligo ai 16 anni. Il legislatore manderà tutti i ragazzi nelle stesse scuole, incrementando il disagio, oppure avrà il coraggio di moltiplicare i canali formativi, rendendo anche più flessibili i singoli percorsi?». Per il momento, ad essere rimandato a settembre resta solo 0 Parlamento. Alla ripresa dei lavori autunnali, Finanziaria permettendo, le Camere dovranno mettere mano alle attese riforme della scuola italiana. E Luigi Berlinguer, titolare dell'Istruzione del governo Prodi, fa sapere di essere «decisamente contrario al ripristino tout court degli esami di riparazione», ma anche «al potenziamento dei corsi di sostegno e recupero così come sono»: «Obiettivo principe - anticipa il ministro - è l'autonomia degli istituti scolastici, hi attesa delle rivoluzioni legislative che pure non possono tardare, i singoli consigli di classe debbono essere messi in grado di decidere nuovi moduli organizzativi, la cui flessibilità consenta di star dietro ai bisogni di ogni allievo. Mano Tortello Il ministro Berlinguer: sono contrario al loro ripristino No anche al potenziamento degli attuali corsi di recupero Simona Ventura bocciata agli esami da giornalista

Persone citate: Berlinguer, Bertagna, D'onofrio, Giancarlo Lombardi, Giuseppe Bertagna, Luciano Corradini, Luigi Berlinguer, Maurizio Zammataro, Simona Ventura

Luoghi citati: Brescia, Roma