« Disarmati contro le alluvioni » di Daniela DanieleFulco Pratesi

// ministro Ronchi: è mancata la politica di prevenzione « Disarmati cantra le alluvioni » // ministro Ronchi: è mancata la politica di prevenzione L'i VIOLATO IROMA L ministero dell'Ambiente compie dieci anni. Ma nessuno se n'è accorto. In Italia si continua a morire d'alluvione; lo smaltimento dei rifiuti continua ad essere, soprattutto, un colossale business per la malavita; le città hanno il fiato sempre più corto (e i cittadini sempre più allergie) grazie aU'incruinamento da traffico. I boschi continuano a bruciare. L'occasione per chiedere che cosa non abbia funzionato, e perché gli italiani non riescano a salvarsi dalle acque che diventano impetuose non appena piove un po' più del normale, è stata la celebrazione per il decimo compleanno di questo dicastero che, finora, ha prodotto molte e bellissime mappe, interessantissimi studi, ma ben pochi interventi decisivi. L'emergenza alluvione? Il ministro Edo Ronchi, che ha presentato una dettagliata quando sconfortante relazione sullo «stato dell'ambiente in Italia», non ha potuto far altro che rispondere: «Sul fronte alluvioni quello che non funziona ancora, in Italia, è la politica di prevenzione, perché alcune cose che potevano essere fatte non sono state fatte». Gli argomenti sono molti e dolorosi. Le acque che attraversano il nostro Bel Paese, ad esempio, sono in cattive condizioni. Controlli fatti su 43 corsi d'acqua hanno rilevato che oltre la metà dei punti di prelievo è inquinata e, nel 18 per cento dei casi, in modo grave. La popolazione non è cieca come si crede o, in questo caso, non certo senza palato: nel 1995 - ha riferito il rninistro - ben il 44 per cento degli italiani ha dichiarato all'Istat di non bere acqua della fornitura pubblica per divieti o per scarsa fiducia nella sua qualità. «Alle soglie del Duemila - ha commentato Ronchi - non siamo più in grado di fornire acqua potabile affidabile per quasi metà degli italiani?». Le città sono assediate dall'immondizia. Comuni e intere province in continua «emergenza discariche». Il capitolo dei rifiuti urbani è forse quello più «spettacolare», si fa per dire, ma non certo quello più grave. Dal '91 al '94 sono cresciuti del 13,5 per cento. «Questo aumento - ha precisato il ministro - è dovuto a due fattori: i produttori d'imballaggi e quelli di beni di consumo non sono responsabilizzati e non attuano politiche di riduzione e riuso; la raccolta differenziata è ancora a livelli troppo bassi». Che fare, allora? Edo Ronchi propone la sua formula: un testo di legge unico (invocato anche dal presidente della Camera, Luciano Violante, presente alla celebrazione) sui rifiuti; un testo di legge unico per le acque e, annunciate quasi sottovoce, anche nuove tasse ambientali che dovranno, comunque, portare a una «sia pur parziale riduzione di altre forme di prelievo e a una riduzione del numero delle imposte e dei tributi». Nella bella sala della Lupa, a Montecitorio, qualche ex ministro dell'Ambiente - Valerio Zanone, Valdo Spini, Carlo Ripa di Meana - e ambientalisti del Wwf, di Greenpeace e Legambiente. Tutti ad applaudire il profilo dell'Italia ferita delineato dal ministro Ronchi, ma tutti con la stessa domanda a fior di labbra: «E adesso, che si fa?». «Questo ministero - ha osservato Ermete Realacci, presidente di Legambiente -, sebbene nato tra mille polemiche, si è dimostrato utile per richiamare l'attenzione nazionale su problemi che non venivano presi sul serio. Ma l'organizzazione del ministero è stata totalmente deficitaria: basti pensare che qui s'investe appena il 10 per cento dei fondi a disposizione». In passato, il ministero è stato «la foglia di fico per coprire speculazioni e colate di cemento e tangenti». E' ora di dimostrare che cosa si vuol fare per la qualità della vita degli italiani. «E lo deve dimostrare l'intero governo - sostiene Realacci -, perché la politica ambientale attraversa tutti i ministeri. Nessuno escluso». Daniela Daniele Da sinistra, il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi, il presidente del Wwf Grazia Francescato e Fulco Pratesi

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