Inchiesta Fiat Requisitoria dei due pm di Francesco Paolo Mattioli
Ieri a Torino Ieri a Torino Inchiesta Fiat Requisitoria dei due pm TORINO. Tre ore per chiedere di processare Cesare Romiti e Francesco Paolo Mattioli: con la requisitoria dei pm Sandrelli e Avenati Bassi è entrata nel vivo l'udienza preliminare sulle accuse di falso in bilancio, frode fiscale e finanziamento illecito ai partiti nei confronti dei due top manager Fiat. Il presidente aggiunto dei gip Saluzzo darà la parola il 15 luglio all'avvocato di parte civile Lamacchia (rappresenta lo Slai Cobas di Arese) e il 22 e il 25 al collegio di difesa. A nome del quale, l'avvocato Chiusano ha anticipato la possibile reiterazione della richiesta di una perizia sui bilanci Fiat, per il momento accantonata dal gip. «Se non vi saranno nuovi atti istruttori, fra cui questi accertamenti - ha aggiunto il legale - è prevedibile che il dottor Saluzzo decida per il proscioglimento o il rinvio a giudizio entro il 2 agosto». Ieri i due pm, affiancati dal procuratore aggiunto Maddalena, hanno chiesto al gip di interrogare l'ex vicesegretario psi Giulio Di Donato e il concessionario milanese Iveco Luigi Caproni. Del primo l'accusa aveva prodotto un verbale (in relazione all'acquisto dell'Alfa Romeo quando Craxi era presidente del Consiglio e ad un finanziamento al psi di 4 miliardi per la campagna elettorale del 1992) che il gip aveva deciso di non inserire nel fascicolo processuale. Secondo i pm «le false comunicazioni sociali discendono dall'occultamento di fondi per operazioni illecite, fra cui il pagamento di tangenti». Hanno ricordato le indagini Iveco-Càlcestruzzi (con le telefonate fra Romiti e Sama per creare riserve all'estero) e Caprotti, arrestato nel luglio di quattro anni fa a Milano, per una fornitura di autobus all'Atm milanese: «La tangente venne ricavata da uno sconto del 20 per cento e corrisposta estero su estero a de e psi milanesi attraverso Finiveco. La somma venne poi iscritta nel bilancio consolidato Fiat sotto la voce "fondo rischi" per oltre 2 miliardi». Nella requisitoria si è parlato di un'analoga operazione che riguarda Fiat Allis Europe per 12 miliardi e di atti di altre procure fra cui un'inchiesta romana su Telettra. Ma l'accusa punta soprattutto sullo «sportello» della società Saci.Sa a Lugano. [al. ga.)
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