GRUPPO DI FAMIGLIA CHE NON VOLA PIÙ di Ferdinando Albertazzi

IL CONSIGLIO IL CONSIGLIO di Silvana Grasso MIA nonna Maria era la decima di quindici figli. Per i più piccoli teneva lei il conto degli anni. Non sapeva leggere né scrivere, solo la firma. Che capolavoro, però! / libri portano tarme e rubano tempo mi diceva quando le chiedevo di comprarmene uno e chiudeva la partita h. Ho saziato l'iniquo digiuno, come ho potuto. Remainders libri in ventesima mano prestiti obliati piccoli furti scarti tra i rifiuti di chi rimetteva ordine nella sontuosa libreria di casa. Ma il digiuno è una bestia insaziabile, un sacco senza fondo, e oggi mi ritrovo adosso la dannata fame d'Erisittone. Forse punita anch'io, come lo sciagurato giovane, per un qualche atto d'empietà. A mia nonna Maria, se fosse viva, leggerei le poesie dell'Antologia Palatina, quelle dove l'Amore e la Morte si tengono per mano come vecchi amici dopo una lunga separazione. Col trucco, però, di non dirle mai d'averle comprate. Scatterebbe in piedi come un grillacelo, lanciandomi dietro il suo inseparabile uncinetto. E addio incantesimo! GRUPPO DI FAMIGLIA CHE NON VOLA PIÙ' Lidia Ravera, ventanni dopo «Porci con le ali » ACCLAMO finta che lo slogan dei «porci con le ali ventanni dopo» sia una turbata pubblicitaria per smerciare qualche pila di volumi in più del presuntivo, così possiamo affrontare un discorso equilibrato, obiettivo, magari anche privo di luoghi comuni. Ormai anche la Ravera sarà logorata dall'ombra suina che si porta appresso come un marchio da anni, venti per l'appunto. Ha fatto altre cose nel frattempo, la Lidia, alcune anche egregie, certe perlomeno dignitose. Se proprio vogliamo, sembrava più occasionale - il successo generazionale dei «porci» - confrontato con le opere immediatamente successive, sull'onda di un cosi-così che le fece giudicare in odore di bufala e relegò la scrittrice nell'angolo eletto ma equivoco dei sinistroidi ex-sessantottini con villa, conto in banca e rubriche sparasentenze sui giornali. Volendo, a cercare classici peli nelle classiche uova, anche questo remake di un disagio privilegiato dal dio denaro potrebbe far storcere il naso ai critici ormai impaludati nella fondamentale questione di sopravvivenza dei «buoni» e dei «cattivi» in letteratura. Lidia, diciamo noi, si fa invece sostanzialmente i suoi affaracci narrativi, e parla di ciò chr. conosce, di ciò che sa, di ciò che ha vissuto. Se ha i soldi per i viaggi negli States, tanto meglio per lei. Ciò che conta è la sostanza, a tratti ingenua ma principalmente schietta, di questa nuova storia, che è poi un bilancio di vita come tanti, lira più lira meno. Il titolo potrebbe, in sé, contenere il risultato delle acrobazie esistenziali di Rocco e Antonia, protratte nel tempo. In questo, vent'anni dopo nessuno è ancora al suo posto. Ma niente di più. C'è un Rocco, il quattordicenne narratore, che ricalca più borghesi forme di contestazione alle soglie del Giubileo. C'è un padre che muore suicida - forse - e che potrebbe rappresentare il crollo ufficiale delle ideologie troppo a lungo strascicate tra salotti improponibili e barri¬ cate di cartapesta. Saverio Teti si accartoccia in fondo ad un burrone, praticamente povero, praticamente in camicia rossa e basco alla Che Guevara mai dismessi, senza mai essere sceso dalle sue barricate, mentre i coetanei ormai alla boa del mezzo secolo hanno impalmato luminose carriere. Rocco e Cate, i figli avuti dalla ricca prima moglie, rimangono in balìa del caso dopo la partenza disperata di Linda, la donna che con Saverio ha diviso gli anni più sereni. Cate si fionda a Montecarlo, dove spera in un futuro di danzatrice; Rocco, dopo aver percorso una Torino sbracata di luglio a casa della nonna più rompicoglioni che snob, si trova imbarcato verso San-Erancisco in temporaneo affidamento alla madre, di professione fabbricatrice di figli presso uomini diversi. E' tutto un susseguirsi di incazzature generazionali, col ragazzo diviso tra una vita disagiata ma genuina accanto ai disincanti paterni prima della disgrazia e le fortune danarose di una madre che non c'è mai stata. La seconda parte del romanzo, i » con i dissapori tra genitrice e figlio, la fuga di Rocco in bicicletta con una baby-sitter di Pescara di stanza in Nevada, il salvataggio ad opera di due anziane amiche tutte casa e torta di mele, il riabbraccio temporaneo e la confessione - da parte materna - di un'ennesima gravidanza, è più artefatta e non priva di luoghi comuni d'occasione. Ma esiste un punto fermo di valore assoluto, nel romanzo della Ravera: il ritorno a Roma, a casa di Linda - l'unica vera domia di Saverio - e la dolente constatazione di una provvisorietà esistenziale che da sola contiene tutti i bilanci di tutti i tipi di vita. Nessuno è al suo posto, sostiene Rocco, e forse nessuno è destinato ad esserlo mai. Non conta tanto la situazione piuttosto «romanzesca» del protagonista, quanto lo spirito con cui si affronta il tempo giocando con le incognite del destino, con gli incontri, con i fallimenti. E' un buon romanzo di riflessione, questo della Lidia, una specie di passaporto per l'assoluzione dai peccati più disparati. La vita è una sola, ci si trova a passeggio in compagnia, più spesso da soli. A volte, come accade a Rocco, già.costretti a pedalare in salita, ad inseguire, per rimediare alle illusioni e ai disincanti generazionali dei tuoi procreatori. Qui, e solo qui, il flash nostalgico-commemorativo-accusatorio che ci può riportare indietro, a riflettere su certe fasulle barricate del '68. Sergio Pent L'ADOLESCENZA HA LE PAGINE ROSA BATTICUORE E. Elle pp. 130 L 9.500 /'uno LE RAGAZZINE Mondadori pp. 230 1.7.900 l'uno I sono anche quelli di pesco cantati da Lucio Battisti, tra i fiori Rosa della letteratura per le adolescenti che torna alla ribalta in due collane, peraltro molto diverse, con vista sul cuore: «Batticuore» della E. Elle e «Le Ragazzine» di Mondadori, con pagine bordate rosa. Quando Charlie e Lilly si incontrano, dopo essersi a lungo guardati in cagnesco nella convinzione di non avere niente in comune, non sanno che per loro sarà immediatamente Colpo di fulmine. Difatti «Disastro totale: uscire con un ragazzo presuntuoso che crede di essere un genio» aveva annotato l'insofferente Lilly, raccontata da Catherine Clark nel titolo che inaugura Batticuore. Ma siccome al cuor non si comanda... In Amore per caso, di Elizabeth Bernard, Naomi Peters incontra il suo «lui» sul palcoscenico di una recita scolastica: il bacio della finzione scenica diventa il loro sì all'amore «che fa dimenticare tutto e fa cominciare a vivere tutto». Sono dunque vicende acqua e sapone, carezzevoli e qua e là zuccherose, queste di «Batticuore». «Per inguaribili romantiche, per girls tutto pepe che non si vergognano di sognare il principe azzurro» com'è scritto nella lettera che «apre» tutti i libri. provocatoria Letty la quale esibisce una psicologia spicciola e Il cuoricino l'hanno invece disegnato su ogni pagina gli sbrigliati e magari sfrontati tiLoli di «Le Ragazzine». Steve Skidmore & Steve Barlow (Lo amo ma lui... e Nessuno mi capisce...) raccolgono confidenze in forma di lettere che la «verde» Sammy, anima degli Amici della Terra che si sono votati alla salvezza del pianeta, scrive all'inseparabile Camilla. Per dirle tra l'altro: «Hai ragione: i maschi sono penosi, non vale la pena di preoccuparsi per loro e noi donne dobbiamo tirare avanti per conto nostro. Ma se ne sei così convinta, com'è che non passi un giorno senza avere intorno almeno un ragazzo?». In Come sopravvivere agli anni migliori della nostra vita, e Come sopravvivere alla prima cotta, Ros Asquith sceglie come protagonista la sbarazzina e provocatoria Letty la quale esibisce una psicologia spicciola e strizzalocchio nel parlare di Matrimoni, di Salute e di Vestiti. Ma la sua ostentata disinvoltura è fastidiosamente sopra le righe quando Letty attacca con i Contraccettivi («Anche i preservativi soffrono di eiaculazione precoce, visto che ti scivolano fuori dalla borsetta mentre stai annaspando alla ricerca del biglietto dell'autobus») e con la Luna («Sotto la luna di giugno ci si bacia romanticamente con l'amato. Ma a me la luna piena mi fa pensare a lupi mannari e a mestruazioni»). Davvero la spontaneità deve passare attraverso deprimenti forzature pseudo-umoristiche quali «Piselli incinghiati per tenerli sempre ritti verso il cielo» per approdare a sentimenti e sessualità goduti con naturalezza? Ferdinando Albertazzi Orietta Fatucci, responsabile delle edizioni E. Elle, che varano la nuova collana «Batticuore» diretta da Chiara Bellici

Luoghi citati: Montecarlo, Nevada, Pescara, Roma, Ros, States