Rapinato e punto con la siringa

L'aggressione sabato sera al Bancomat di via Onorato Vìgliani. La vittima è padre di una bimba di 4 anni L'aggressione sabato sera al Bancomat di via Onorato Vìgliani. La vittima è padre di una bimba di 4 anni Rapinato e punto con la siringa Ferito un operaio, arrestati due tossicomani Rapinato al Bancomat da due tossicomani e punto con la siringa, a pochi giorni dal drammatico caso del vigile urbano che per soccorrere un drogato si era conficcato l'ago nella caviglia. La nuova vittima è un operaio metalmeccanico, Maurizio L., 30 anni, sposato, con una bimba di 4 anni. I suoi aggressori sono stati arrestati. Maurizio L. ricorda la vicenda in ogni particolare: un incubo. «Ieri sera, sabato, mi occorrevano soldi. Con l'auto sono andato al Bancomat di via Vigliani». Arriva all'agenzia 19 dell'Istituto bancario Sanpaolo (che ha due casse continue); apre la porta di sicurezza mediante la carta di credito, e richiede 200 mila lire. «Qualcuno ha bussato, con insistenza, sulla porta. Fuori c'erano due giovani: uno sui trent'anni, l'altro, che mi ha poi punto, più giovane». I due rapinatori, minacciosi, intimano all'operaio di aprire. «Gli ho chiesto: "Non avete il tesserino Bancomat?". Mi hanno risposto che l'avevano, ma era di un'altra banca. Non avevo dubbi. Erano tossicomani: erano nervosi, gli occhi lucidi, le pupille dilatate. Ho pensato che avrei dato loro 10 mila lire appena uscivo, per togliermeli di torno. Ma appena ho aperto, mi sono saltati addosso e mi hanno ricacciato all'interno del locale». II più giovane punta la siringa contro lo stomaco di Maurizio: «Dacci i soldi che hai preso». Ma le 200 mila lire non gli bastano. Pretende anche il portafogli. «Avevo altre 20 mila lire - dice Maurizio -. Allora mi ha ordinato di prelevare dal Bancomat altre 500 mila lire. Il complice sembrava molto suonato. Quasi non si reggeva sulle gambe». Questione di attimi. Maurizio medita di aprire di colpo la porta e fuggire in strada: «Ho fatto un balzo, mi sono messo a correre. Gridavo. Chiedevo aiuto agli automobilisti. Nessuno si è fermato». Ed è allora che Maurizio L. si ferma, torna indietro. «Ho pensato che ero stato uno sciocco. E mi sono messo io a cercare loro». I due rapinatori nel frattempo si sono dileguati, dividendosi. «Quello che mi aveva minacciato con la siringa l'ho rintracciato ugualmente: in via Chiala, negli interni delle case Fiat. L'ho bloccato. Ma è riuscito a mettere una mano in tasca. Ha estratto la siringa e un ferro acuminato. Mi ha punto con l'ago, sulla mano. Gli ho strappato di mano ago e ferro. L'ho strattonato, e sono corso a un telefono. Ho dato l'allarme al "113". Sono tornato dove avevo appena lasciato il mio feritore. Non c'era più». Quando è arrivata la polizia, sono bastati pochi minuti di ricerca e i due rapinatori sono stati bloccati vicino a piazza Bengasi. Sono Domenico Sardella, 31 anni, via Onorato Vigliani 23/9, e Rosario Schiavone, 29 anni, strada Castello di Mirafiori 107. Ancora Maurizio L.: «Adesso ho paura. So che i responsabili sono stati catturati, ma fra un paio di giorni saranno di nuovi liberi, impuniti e con licenza di uccidere. Ho già fatto alcuni esami alle Molinette, dove dovrò tornare per altri controlli. Mi hanno rassicurato: il rischio di contrarre l'Aids o l'epatite C è basso. Tuttavia c'è». Ivano Barbiero Maurizio L. vive giornate d'incubo dopo che è stato ferito con una siringa «Mi hanno detto che il rischio è minimo, ma c'è»

Persone citate: Dacci, Domenico Sardella, Ivano Barbiero Maurizio, Maurizio L., Rosario Schiavone