E' morto lo storico Guido Quazza di Alessandro Galante Garrone

Aveva da poco lasciato la guida dell'Istituto del Movimento di Liberazione in Italia Aveva da poco lasciato la guida dell'Istituto del Movimento di Liberazione in Italia E' morto lo storico Guido Quozza Ex partigiano, dal '67 al '94 preside di Magistero E' morto ieri mattina in una clinica lo storico Guido Quazza. Aveva 74 anni, e per 27 anni, dal '67 al '94, fu preside della Facoltà di Magistero, ora Scienze della Formazione. Entrato giovanissimo nelle formazioni partigiane, autore di numerose pubblicazioni, con il suo insegnamento all'università torinese formò molte generazioni di studenti. Il 26 giugno dell'anno scorso gli fu dedicata una giornata di studio a Palazzo Nuovo, nel momento di trasformazione della facoltà, cui parteciparono il rettore e molti docenti. «Nel '68 ha saputo collegare - si disse in quell'occasione - gli ideali della Resistenza e quelli dei giovani, riuscendo a cogliere ciò che c'era di giusto». Ne pubblichiamo un ricordo del professor Alessandro Galante Garrone. LA scomparsa di Guido Quazza, al termine di una lunga malattia, lascia un grande vuoto nel campo dei nostri studi storici. Nato a Genova nel 1922, era stato avviato a tale impegno di ricercatore dal padre Romolo, notevolissimo autore e insegnante di storia moderna e contemporanea. Sin da ragazzo, egli andava fiero della lontana parentela con alcuni discendenti di Carlo Pisacane. E la sua predilezione per le ricerche sul passato politicosociale dell'Italia già appariva dalla sua prima opera del 1951, La lotta sociale nel Risorgimento. Ammirevole e memorabile, fra i suoi tanti scritti ( 1538, nella bibliografia scritta da due suoi allievi, Adriano Ballone e Patrizia Cirio) il suo libro del 1957, Le riforme in Piemonte nella prima metà del Settecento: forse il suo capolavoro. Altre sue opere sono dedicate a un aspetto fondamentale della nostra regione: L'industria laniera e cotoniera in Piemonte, e, in questi ultimi anni, l'eccezionale biografia e l'epistolario di Quintino Sella, per i quali gli fu preziosa l'assidua e intelligente collaborazione della moglie Marisa. Poche cattedre universitarie sono state ben meritate come la sua, quella di storia moderna all'Università di Torino, conquistata quando era ancora nel fiore degli anni. Vi rimase legato per tutta la sua vita. Era una sua caratteristica: scelta una via, non l'abbandonava più; con dedizione e ostinazione quasi caparbie. Ritroviamo ogni atti- questa sua tendenza in campo della sua fervida vita. Così fu anche per la vissuta partecipazione e poi la memoria storica della Resistenza. Molto giovane ancora, era stato partigiano. Aveva organizzato una piccola banda nel Biellese, fin dal 17 settembre 1943; e più tardi, dopo un grave rastrellamento, si era trasferito in Val Sangone, come commissario politico presso la 43a Divisione Autonoma Sergio De Vitis, a fianco del comandante Nicoletta. Di qui nacque la sua figura di appassionato e sagace storico di quell'incandescente stagione di lotta senza quartiere. Gran parte della sua esistenza, negli ultimi decenni, fu da lui dedicata, con assoluta dedizione, all'I¬ stituto nazionale del Movimento di Liberazione in Italia, del quale divenne presidente dopo la morte di Ferruccio Parri. Fu questo il grande orgoglio della sua vita, il suo impegno senza requie. Diceva, senza vanterie e senza enfasi, riferendosi ai tanti istituti che erano nati in tutta l'Italia (e il primo era sorto a Torino) che tale iniziativa a livello nazionale, per la sua diffusione e l'alacrità delle sue ricerche, era ormai diventata, fra tutte quelle antiche o recenti di storia contemporanea, fruttuosamente operanti nella Penisola, la più importante. Solo al principio di quest'anno la gravità della malattia che lo aveva colpito lo costrinse a dimettersi dalla presidenza dell'Istituto (degnissimo il suo successore: Giorgio Rochat). Il grande merito personale di Guido Quazza fu proprio questo, di avere impresso il sigillo della spassionata ricerca scientifica a un universo di così accesa e rovente passione come fu la nostra Resistenza. Di ciò gli saremo sempre grati, come cittadini, e studiosi di storia, e resistenti. Alessandro Galante Garrone Il professor Guido Quazza in una foto del 26 giugno I99S, quando la Facoltà di Magistero, trasformatasi in Scienze della Formazione, dedicò una giornata alla sua attività di preside e di storico della Resistenza

Luoghi citati: Genova, Italia, Piemonte, Torino