Incasso record per Pavarotti-Domingo-Carreras a Londra
Incasso record per Pavarotti-Domingo-Carreras a Londra Incasso record per Pavarotti-Domingo-Carreras a Londra Una natie di belcanto tra miliardi e polemiche LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Qualcuno diceva, ma senza il supporto di una calcolatrice, che i Tre Tenori hanno guadagnato un milione a parola. Non c'è bisogno di calcolatrice - a dichiararlo è stato l'organizzatore Matthias Hoffman per registrare che Luciano Pavarotti, Placido Domingo e José Carreras hanno incassato quasi due miliardi e mezzo a testa per un concerto di due ore e mezzo. Un miliardo l'ora, forse un record da Guinness dei primati, nella magica notte di Wembley, quando 54 mila spettatori (soltanto 4 mila i biglietti invenduti) hanno dato vita non meno dei tre mostri della lirica a un'esibizione di «opera pop» che neppure il violento acquazzone caduto poco prima dell'intervallo - i Magnifici Tre si esibivano in «Marechiare» e «Torna a Surriento» - ha privato della sua patina fra il mondano, il miliardario e l'epocale. L'entusiasmo che sabato sera aveva trascinato quella folla nonostante i prezzi salatissimi - pochissimi posti da 85 mila lire, poi su fino a 2 rriilioni e 400 mila - ha asciugato anche gli smoking fradici proprio di chi aveva i biglietti più cari ed era con il primo ministro Major e i Vip nei posti d'onore, sull'erba che appena una settimana prima aveva ospitato la finale dell'Europeo, e quindi allo scoperto. Gli ombrelli che si aprivano, gli impermeabilini di plastica trasparente che rilucevano come neve nella lu- ce dei riflettori, sono stati uno spettacolo nello spettacolo. E anche una piccola rivincita, nella notte miliardaria, per chi al tempio del calcio trasformato in tempio della lirica era approdato in modo più modesto (quindi sulle gradinate, al coperto) ma sovente con gravi sacrifici. «Quest'anno non farò le vacanze», diceva il melomane appollaiato sul sedile di plastica accanto al mio, dopo avere speso 840 mila lire per vedere i Tre da lontano, sull'altro lato dello stadio: «Ma questa era un'occasione unica, da non perdere». Ma la rivista tedesca «Der Spiegel» non è d'accordo con lui né con le migliaia di fans: nel numero che esce oggi il settimanle esprime giudizi estremamente negativi sulla forumula dei megaconcerti e sui Tre, accusandoli di vendere la musica lirica come salsicce (e infatti in copertina li raffigura tutti e tre vestiti da salumieri). Ma lo «Spiegel» è per ora una voce isolata. Sulla scia delle Terme di Caracalla (1990) e di Los Angeles (1994) i Tre Tenori hanno portato a Londra - dopo l'esordio della settimana scorsa a Tokyo - un «world tour» che questo mese toccherà Vienna, New York, Goeteborg, ad agosto Monaco e Duesseldorf, durante le feste di Capodanno Vancouver e Toronto, a marzo infine Melbourne. Inondati di applausi anche da chi era inondato d'acqua, non hanno deluso e non potevano deludere: con un repertorio già collaudato, di sicura presa, fatto di «E lucean le stelle» e di «Granada», di «Nessun Dorma» e di «Mamma», dell'«Andrea Chénier» e dei «Pagliacci», di «Cielito Lindo» e di «Moon River» (quando Domingo ha anche inserito un riferimento ai «Three Tenore») e di «West Side Story», in un'alternanza di assolo e di trio, con abbondanti bis (i tempi supplementari - si era a Wembley - dopo il fischio di chiusura). Accompagnati dalla Philharmonia Orchestra di Londra, diretta da James Levine, i Magnifici Tre non hanno perso un colpo; e fin dalle prime battute è apparso chiaro che per il pubblico inglese il più «gettonato» resta sempre Pavarotti, riportato in forma dalla «dieta basta» impostagli da Nicoletta Mantovani e amato per quel «Nessun donna» che ha portato la lirica anche fra gli amanti del calcio. Su un palcoscenico con 500 riflettori, tutto colonne bianche e finti palmizi, è toccato a Carreras rompere il ghiaccio con un'aria dall'«Arlesiana» di Cilea. E poi, a turno, gli altri; mentre i molti ritardatari sfilavano come prigionieri del rito miliardario. Persino chi non amasse la lirica non poteva sottrarsi all'afflato emotivo di una serata davvero speciale, fra applausi che non parevano finire mai («La donna è mobile», fra i tanti bis). E alla fine - stadio lirico, ma sempre stadio - anche il Tricolore di un «tifoso» italiano. Fabio Galvano Domingo, Carreras e Pavarotti insieme a Wembley. In alto la copertina di «Spiegel» con la caricatura dei tre tenori.
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