Miles Davis «live» intorno al mondo e Charlie Watts in formula jazz
=1 I DISCHI Miles Davis «live» intorno al mondo e Charlie Watts in formula jazz ORSE sta nella rete dei punti di vendita il tallone d'Achille della discografia. Se soffrono gli editori di romanzi e saggi, lamentando che il pubblico è intimidito nell'entrare in libreria (una controprova è il successo del Salone del Libro), figuriamoci per i negozi di dischi. Senz'altro inferiori per quantità rispetto alle librerie, ma anche per competenza del personale. Se si esce dai grandi successi sono dolori. E' dura sopravvivere con i conti di questo mercato, in cui spicca lo stile del supermercato e non quello del luogo in cui si trattano oggetti di cultura quali sono i dischi. Musica classica e jazz soffrono ancora di più di questa situazione. E c'è chi cerca vie alternative. Come l'edicola. Un paio di mesi fa la Voce del Padrone ha inaugurato la formula della rivista più Cd per la musica classica, ora seguita dalla Emi che ha lanciato la Blue Note Magazine per gli appassionati di jazz. In buona sostanza si apre il catalogo della prestigiosa etichetta americana fondata nel 1939. Sempre ad un prezzo vantaggioso (17.900 lire). Le uscite mensili sono iniziate con il Cd Blue Note Contemporary Superstars, undici brani con Bobby McFerrin, Cassandra Wilson (che rivede gli U2), Diaime Reeves, Lonnie Smith, Jackie Terrasson e altri big. Un disco piacevole, anche curioso, adatto ad inizio serie. Meglio sarà quando nelle prossime uscite si toccheranno monografie di artisti come Wayne Shorter, Herbie Hancock, Me Coy Tyner, Hank Mobley, Paul Chambers. Scavare negli archivi Blue NoI te porta sempre a galla le perle. Restiamo in area jazz per una sorpresa. Alzi la mano chi riesce ad immaginare l'incontro dei Rolling Stones con George G-ershwin. Eppure è avvenuto, anche se con una sola delle Pietre Rotolenti, il batterista Charlie Watts. La dimostrazione è Long ago & far away (Virgin, 1 Cd). «Non sono un jazzista, ma un batterista che a volte incontra il jazz», ha affermato con modestia Watts, che con il suo quintetto è già al quarto disco. Il miglior batterista del rock è uno dei più sinceri e appassionati conoscitori dello swing. In particolare ammira Kenny Clarke, «tutto è arrivato da lui - afferma Watts il Fred Astaire della batteria». Grande estimatore di Charlie Parker, Watts ha adottato per il proprio gruppo la forma del quintetto parkeriano, con Peter King al sax alto, Brian Lemon al piano, Gerard Presencer alla tromba, David Green al basso. In più una ventina di archi della London Metropolitan Orchestra e il cantante Bernard Fowler. E così scorrono, con stile leggero e rispettoso, brani di Gershwin, Ellington, Armstrong, Cole Porter, Kern, Carmichael: le sue passioni fin da ragazzo, classici del reper¬ torio della ballata. Disco curioso, piacevole, gravato da paragoni troppo impegnativi. Per appassionati poco esigenti o per fans assoluti (più o meno hanno gli stessi principi di scelta), ecco ancora un disco postumo per Miles Davis. Live around the world (Warner Bros., 1 Cd) testimonia concerti tenuti a New York, Los Angeles, Graz, Montpellier, Roma, Montreux, Osaka, Chicago. Il gruppo accanto a Davis comprende Foley, Kenny Garrett, Robert Irving III e offre il repertorio degli Anni '88-'90, da «In a silent way» a «Time after time». Un disco che conferma, se ce n'era bisogno, il genio di Miles Davis, ben sostenuto dal gruppo. La musica esala energia e certi momenti sono ricchi di intensità. Restano però registrazioni imperfette per un Cd, come una Gioconda riprodotta su un foulard può essere carina, ma meno efficace. Torniamo in ambito Blue Note per segnalare un cofanetto, At the Blue Note (Ecm, 6 Cd), che a prima vista suscita entusiasmo. Il trio è tra i migliori del mondo: Keith Jarrett (piano), Gary Peacock (basso), Jack DeJohnette (batteria). Il 3 e 4 giugno di un anno fa si chiudono alla Blue Note: hanno davanti più di 40 spartiti di standard per realizzare 6 dischi. Sarebbe come se El Cordobés si fosse chiuso con sei tori a Madrid per celebrare Goya. Alla fine risulta un'impresa di qualità, con alcune perle e altri brani meno riusciti. Con mia perplessità generale. Nel senso che le magie dell'ottimo trio non riescono ad emergere, tutto alla fine sembra identico. Alessandro Rosa »sa^J
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