CHIAMBRETTI il Cinegiornale Luce»

Parlano il comico e Guglielmi, presidente dell'Ente che si occupa di film di qualità Parlano il comico e Guglielmi, presidente dell'Ente che si occupa di film di qualità CHIAMBRETTI il Cinegiornale Luce» RITORNANO i cinegiornali Luce di mussoliniana memoria: e chi li realizzerà? La magica coppia Ghiambretti-Guglielmi. E' Piero che ha partorito il progetto di riportare in vita i famosi cinegiornali nonché le altrettanto famose Settimane Incom prodotti proprio dall'Istituto Luce (di cui Angelo Guglielmi è adesso presidente) e proiettate in tutte le sale italiane prima di ogni film fino agli Anni Sessanta. E Guglielmi, che in ogni posto dove va ama fare il contrario di quello che ci si aspetta da lui, s'è mostrato entusiasta della proposta. Si comincia a lavorare tra una settimana a Cinecittà, con i primi numeri zero. Se va bene si va avanti a cercare uno sponsor. E al ritmo di uno a settimana, per un anno intero, i cinegiornali di Chiambretti e Guglielmi verranno proiettati nei cinema italiani, all'inizio di ogni spettacolo. Come si è arrivati a questo? Se la sinistra va al potere, come fa la satira, che per sua natura è all'opposizione, a continuare ad esercitare il suo diritto allo sfottò? Subito dopo la vittoria dell'Ulivo, «Cuore», il settimanale di resistenza umana, ponendosi lo stesso problema aveva titolato: «Piove: opposizione ladra». Piero Chiambretti, un altro che sulla presa in giro del potere, e il potere, fino ad oggi, non è mai stato, almeno ufficialmente, in mano alla sinistra, una soluzione l'ha trovata. Non potendo sfottere i valori, i temi, gli argomenti, portati avanti dalla sinistra perché sono gli stessi valori, temi e argomenti che i comici hanno sempre difeso, alla satira, dice Chiambretti, non resta che trasformarsi in propaganda. Ma la propaganda, praticata con ironia, diventa poco seria, e il gioco è fatto: capra e cavoli sono salvi. Forte di quest'idea, Chiambretti è andato a parlarne con il suo socio d'un tempo, quell'Angelo Guglielmi direttore della mitica Raitre, oggi presidente dell'Ente di Stato preposto al cinema di qualità. Ma cosa potevano fare insieme un giovanotto nato come animatore dei club di vacanze e un signore nato come critico letterario, arrivati entrambi al successo grazie alla televisione, senza avere neanche un canale televisivo locale a disposizione su cui sperimentare le loro trovate? Pensa e ripensa, pondera e rifletti, cita e stravolgi, l'ineffabile Piero ha avuto l'idea dei cinegiornali. Detto, fatto. Nessun dubbio, presidente Guglielmi, di fronte a questa provocazione di Chiambretti? «E perché mai? In fondo, per Mussolini i cinegiornali erano l'equivalente dei nostri telegiornali. Nel 1928, quando ancora non era stato messo il sonoro, se ne arrivarono a produrne 220, poco meno di uno al giorno, un ritmo televisivo difficilissimo da reggere se si considera che la pellicola andava stampata, tirata in centinaia di copie e distribuita nei cinema con una diffusione capillare. La propaganda di regime allora si faceva così». Lo schema che intende seguire sarà lo stesso? «La novità starà nella brevità: cinque minuti al massimo perché oggi si fa tutto più in fretta. Ma la scansione sarà la medesima: politica, cronaca, sport, quella che poi fece propria anche la Settimana Incom, solo che la politica, in tempi di democrazia cristiana, era rappresentata soprattutto da tagli di nastro». Insomma, non ci sarà nessuna differenza tra i vecchi cinegiornali e questo vostro nuovo cinegiornale? «La differenza è Chiambretti, che non somiglia a Sandro Pallavicini. Il tono, lo spirito d'osservazione, la vivacità, le trovate sono quello che fanno la differenza. Del resto Chiambretti non è nuovo a cose del genere. Pensiamo alle invenzioni usate in "Va' pensiero", nel "Tg Zero" e in un certo senso anche nel "Portalettere". Se entra nello spirito della cosa, Chiambretti sa essere esilarante». Questi nuovi cinegiornali saranno proiettati solo nelle sale del vostro circuito? ((Assolutamente no. Anche se la prima cosa che ho fatto arrivando al Luce è stata quella di creare una joint-venture con la Mikado e la Bini per arrivare ad avere in Italia almeno una cinquantina di sale, un cinegiornale come il nostro deve andare ovunque, altrimenti lo sponsor si tira indietro perché non vi trova la convenienza. Quindi dev'essere proiettato anche nei cinema di Berlusconi e in quelli di Cecchi Gori per avere la massima diffusione». Non ha mai pensato di sfruttare quest'idea per incrementare l'affluenza di pubblico soltanto nelle sue sale? «Mai. L'Istituto Luce non intende muovere guerra ai grandi distri¬ butori italiani. Noi non siamo contro di loro: siamo per un'offerta più variegata. D'altra parte, quando sono arrivato qua, ho scoperto che un film come "Celluloide" di Lizzani non aveva che due o tre sale. E adesso, proprio per non distruggerlo, mi son visto costretto a regalare al Gruppo di Berlusconi "Pianese Nunzio: 14 anni a maggio", il film di Antonio Capuano, non potendo farlo uscire a settembre. Perché avrei dovuto progettare per il cinegiornale di Chiambretti la stessa clandestinità?». Simonetta Robiony I notiziari saranno proiettati prima degli spettacoli: ritorno agli Anni 60 o provocazione? alità Qui accantfototCineLuce. Vproiettadei film. riprendissacraChiambrsi ricongGugliedirettore Angelo Guglielmi, ex direttore di Raitre e ora presidente dell'Istituto Luce: «Per Mussolini i cinegiornali erano i nostri telegiornali» Nella foto grande a sinistra un'immagine di Mussolini che pone la prima pietra della sede dell'Istituto Luce A destra Chiambretti wm Qui accanto alcuni fotogrammi tratti da Cinegiornali Luce. Venivano proiettati prima dei film. Adesso l'usanza riprenderà in modo dissacrante con Chiambretti che si ricongiunge a Guglielmi, suo direttore a Raitre

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