Un «folletto» beffa Goethe di Luigi Forte

Enzensberger, strano atto d'amore Enzensberger, strano atto d'amore Un «folletto» beffa Goethe «NO scherzo così Johann Wolfgang Goethe proprio non se l'aspettava. E poi da uno come Hans Ma—I gnus Enzensberger: un poeta serio, importante e, dopo tutto, un tedesco come lui. Vatti a fidare degli intellettuali bavaresi. Geniali, ma un po' mattacchioni. Già quell'idea di metterlo in un talkshow non gli sarà andata giù. Lui, il consigliere segreto, il principe dei poeti, il ministro di Weimar dato in pasto alle folle televisive. Da almeno due secoli s'era abituato ai panegirici e ora, guarda un po', l'Enzensberger raduna linguacce d'epoca, ci aggiunge un moderatore anni duemila, qualche telecamera e dà il via allo sproloquio. E poi il titolo dello spettacolo: Abbasso Goethe! (appena rappresentato alla Weimar Halle, trasmesso in tv, diffuso su Internet, che sta per uscire presso Donzelli nella traduzione di Camilla Miglio). Un vero scandalo. Del resto non c'è da meravigliarsi con simili invitati: una nobildonna weimariana delusa dalle attenzioni del Genio, la signora Herdlein frustrata e ambiziosa (malalingua insopportabile che alza troppo il gomito), un critico da strapazzo, pedante e reazionario, e un giovane sinistrorso, saputello e invidioso. Ovvio che le cose finiscano male. E che il povero Goethe si rigiri nella tomba. A sentire lor signori, non ne avrebbe combinata bene una. E ci si è messa pure la natura a renderlo goffo, imbolsito, il naso che pare un becco di falco, le guance pendule. Altro che un dongiovanni garbato: era un animalaccio screanzato, un lupo famelico. Amava le maitresses. Basta guardare quella Vulpius, la moglie che si è presa. Una salsicciona, volgare, popolana. Come politico poi non ha azzeccato nulla e come scrittore ci sarebbe molto da ridire. Il Werther? Macché rivoluzione sentimentale: è una vera peste, un'istigazione al suicidio. Per non parlare delle donne del Wilhelm Meister o delle Affinità elettive: sfacciate, immorali, di dubbi costumi. E il Faust? Un'indecenza quel patto col diavolo. Povero Goethe. E dire che Enzensberger forse gli vuole un gran bene. Lo ha confessato nel sottotitolo che suona: una dichiarazione d'amore. Non sarà una presa in giro? Tutt'altro. Se mai, a farne le spese qui sono proprio coloro che blaterano nel talkshow: i suoi contemporanei che la grandezza del Maestro ha offuscato, disturbato. Proiettati in uno studio televisivo moderno con irriverente anacronismo, testimoniano il vecchio detto: niente di nuovo sotto il sole. E' il trionfo della chiacchiera plane¬ taria che Enzensberger dileggia, il nonsense che si atteggia becero a giudizio normativo. Lui, dal canto suo, ci mette poche battute e s'inventa qualche spot d'epoca, fittizie e gustose réclames da primo Biedermeier. Il resto è tutto documentato: un collage con frasi di contemporanei. Perché questo deve capire Goethe: che il chiacchiericcio fatto alle sue spalle, disseminato in lettere e messaggi, è il primo dei grandi mass-media. Così, con leggerezza postmoderna, Enzensberger raccoglie i veri resti della poesia, quei residui di cultura che ci trasciniamo dietro come fossili di un'autenticità sbiadita dal tempo. E' un'ennesima battaglia contro il vuoto che ci scava dentro il progresso, un guardare indietro per procedere avanti. Ma è anche una tenera testimonianza a favore della poesia, la cui forza sta nell'andare controcorrente, arginando la chiacchiera, rifondando la parola. Lo dimostra anche il secondo testo raccolto dall'editore Donzelli: Requiem per una donna romantica. Una lotta d'amore in sette frasi. Un collage sui tempestosi rapporti fra il grande lirico Clemens Brentano (quello della raccolta II corno magico del fanciullo) e la giovanissima moglie Auguste Bussmann, imprevedibile, nevrotica, autodistruttiva. E' un coro di voci che riecheggia fatti e tensioni fra il 1807 e il 1832. Una storia allineata fra sussurri, grida, confidenze, pareri d'esperti: un brontolio che fa opinione. Ma soprattutto la tensione fra il poeta e l'uomo (qui Clemens è sdoppiato): realtà e utopia, esistenza e sogno si confrontano amaramente. Anche Brentano va controcorrente, produce innovazioni, genera scandalo. E tutto sperimenta sulla propria pelle oltreché nella pagina. Fama e successo cancellano le tracce di ogni infrazione, il tempo e la chiacchiera confezionano beni di cultura facilmente digeribili. Succede oggi, e non solo nei talk-show, e succedeva ieri tra salotti e missive. Forse anche per questo i poeti erano, come sostiene Enzensberger, dei media e in molti sensi. E' bastato rovistare negli archivi epistolari, sforbiciare e accorpare pareri e malignità d'epoca per ottenere un controcanto che non ha nulla da invidiare ai nostri mass-media. Finito lo spettacolo, spente le luci, si ricomincerà a riflettere sui classici: inattuali, perché maestri e non succubi del proprio tempo. E chissà che a queste condizioni anche Goethe non partecipi direttamente la prossima volta a un talk-show del bavarese Enzensberger. Luigi Forte

Luoghi citati: Weimar, Weimar Halle