Flick: la dissociazione non diventi un boomerang di Giovanni Bianconi

Flick: la dissociazione non diventi un boomerang ■ Wm IMI IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA Flick: la dissociazione non diventi un boomerang MROMA INISTRO Flick, che cosa pensa della proposta di aprire la strada della dissociazione, e non solo del pentimento, ai mafiosi? «Può essere uno strumento utile ed efficace nella fase terminale del fenomeno, come accadde con il terrorismo. Prima di quella fase rischia di avere l'effetto di un boomerang. In ogni caso è una proposta che por l'autorevolezza e l'esperienza di chi l'ha avanzata, cioè don Luigi Ciotti, merita di ossero considerata con grande attenzione. Non a caso ha subito dato vita ad un dibattito serio ed articolato». Perché dice che potrebbe avere l'effetto di un boomerang? «Perché potremmo assistere, ad esempio, a forme strumentali di dissociazioni; dietro le quali potrebbe nascondersi un mero ri¬ cambio di guida all'interno delle cosche. E questo noi non possiamo consentirlo». E poi? «E poi non dobbiamo dare la sensazione di abbassamento della guardia nella lotta a Cosa Nostra e alle altre organizzazioni criminali. In questo momento di tutto abbiamo bisogno tranne che di un abbassamento della guardia. Sono appena stato in Calabria, dove la 'ndrangheta rappresenta una minaccia fortissima alla convivenza civile, e ho trovato un'assenza dello Stato che mi preoccupa molto». In che senso? «Nel senso letterale: assenza. E da tecnico che ha fatto della tecnica una scelta politica, dico che la lotta alla criminalità organizzata deve essere globale, svolgersi sul piano della repressione ma anche della prevenzione. Il che vuol dire presenza forte dello Stato in tutti i campi: nella scuola, nel lavoro e in tutti gli altri settori». Dunque dice sì alla dissociazione, ma solo nella fase finale del fenomeno mafia. Giudici e investigatori, però, dicono che non ci siamo ancora. «Infatti, e anch'io avrei qualche perplessità a sostenere il contrario. Su questo punto, comunque, la parola spetta a loro, magistrati e forze dell'ordine che sono istituzionalmente impegnati in prima linea su questo fronte; loro hanno gli strumenti idonei a valutare il fenomeno e dirci a che punto siamo». Il procuratore Caselli sostiene che in ogni caso la semplice dissociazione non può essere consentita ai capi delle organizzazioni mafiose. Lei è d'accordo? «Direi di sì. Bisogna tenere ben distinta l'uscita dalla struttura mafiosa dal contributo che i mafiosi possono dare a combattere quella stessa struttura. E credo che ai vertici dello organizzazioni lo Stato debba chiedere questo contributo. Sono anche d'accordo con Caselli nel ritenere che la dissociazione non debba inceppare il meccanismo delle collaborazioni con la giustizia». Anche lei ritiene ancora essenziale il ruolo dei pentiti? «Si, ma si debbono fare dei passi avanti arrivando a separare nettamente il momento della gestione dei collaboratori da quello delle investigazioni: a proteggere e ad occuparsi dei pentiti, non dev'essere chi fa le indagini. Ma è un programma che si sta realizzando con il Servizio centrale di protezione». Parlando di dissociazione per i mafiosi torna sempre il paragone con il terrorismo. Lei pensa che per i detenuti della lotta armata sia arrivato il momento dell'indulto? «Io credo di sì, quella del terrorismo è un'emergenza ormai superata anche nella coscienza sociale, e quindi si può arrivare ad un superamento definitivo di quella fase attraverso misure di carattere generale, e non solo personali, come l'indulto. Per i detenuti, ma anche per coloro che hanno subito condanne senza espiare le pene, come quelli che sono fuorusciti all'estero. Su questo punto, però, dev'esserci un consenso politico globale, che sia espressione di una sorta di patto sociale. Per questo ritengo che l'iniziativa debba partire dal Parlamento». Quindi il governo è favorevole aU'indulto, ma non avanzerà proposte? «Io parlo come ministro della Giustizia, e posso dire che la questione non è nell'agenda del ministro». Giovanni Bianconi «Ma può essere uno strumento utile nella fase terminale»

Persone citate: Caselli, Flick

Luoghi citati: Calabria