Don Ciotti: l'hashish va liberalizzato
Ascoli, «ci vuole una regolamentazione delle droghe leggere per difendere i giovani» Ascoli, «ci vuole una regolamentazione delle droghe leggere per difendere i giovani» Don Ciotti: l'hashish va liberalizzato // sacerdote: «E'pericoloso quanto fumo e alcol» ROMA. Depenalizzare le droghe leggere e inserirle in una categoria di sostanze che possono fare male (assieme all'alcol e al fumo). Don Luigi Ciotti, il fondatore del Gruppo Abele, lo ha proposto ieri a Femio (Ascoli Piceno), intervenendo a un seminario del Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza. «Torna attuale - ha detto il sacerdote - la proposta fatta nel '94 da operatori sociali, giudici e sociologi di togliere dal quadro delle sostanze illecite l'hashish e la marijuana, inserendole in una tabella di sostanze potenzialmente pericolose. Ma ci vuole anche più proibizionismo per l'alcol, occorre che sia meno accessibile ai minori, che ci sia più prevenzione e una diversa politica dei prezzi». Un discorso complessivo, una riorganizzazione di tutta la questione droga, chiedono i 120 gruppi e associazioni intervenu¬ ti a Fermo. «E la scienza dica la sua, in modo chiaro e non strumentale - ha sostenuto ancora don Ciotti -. A me la gente piace lucida, il mio non è un invito al consumo. Ma non bisogna fare ricadere tutte le colpe sull'anello debole, cioè sui giovani. Di overdose da hashish non è mai morto nessuno, quindi ha senso una nuova regolamentazione sulle droghe leggere». Ma c'è una nuova emergenza che il Coordinamento delle co¬ munità di accoglienza ha dovuto affrontare: le nuove droghe, sostanze sintetiche che finora erano ritenute dannose ma non mortali, diffusissime tra i giovanissimi. E' di pochi giorni fa la notizia di un morto di overdose da ecstasy. «A me sta a cuore un discorso complessivo su droghe leggere e nuove droghe - ha affermato il fondatore del Gruppo Abele - accompagnato da un grande impegno informativo e dissuasivo che coinvolga le scuole e gli organi di informazione». Parlando di Aids, don Ciotti ha detto che «la sovrapposizione tra tossicodipendenti e persone colpite dalla malattia è in Italia del 64 per cento: un dato agghiacciante». «Negli ultimi dieci anni - ha continuato - l'Aids ha posto la prevenzione e il recupero di fronte a problemi del tutto nuovi. Oggi occorre far venire alla luce l'area sommersa, cioè i nuovi tossicodipendenti o quelli che non si rivolgono più ai servizi, che rappresentano il 50 per cento del fenomeno. I Sert e le comunità da soli non bastano più; circa 1500 malati di Aids conclamato vivono in strada: non si può perdere tempo, bisogna rispondere a questi bisogni primari». Un'altra questione fondamentale: decongestionare le carceri. Oltre metà dei detenuti sconta condanne per questioni di droga. La proposta emersa dal seminario è di utilizzare strutture intermedie e di ridurre la condanna quando i reati non sono contro la persona. «Chi sbaglia è giusto che paghi - ha concluso don Ciotti -, ma una persona in carcere costa 170 milioni all'anno. Prevenire e trovare pene alternative è nell'interesse della comunità». [s. man.] gi re la condanna quando i rnon sono contro la persona. «sbaglia è giusto che paghi -concluso don Ciotti -, ma persona in carcere co170 milioni all'anPrevenire e trovare palternative è nell'inresse della comunità»[s. mat ^ l o i e a è u , ng A sinistra, don Luigi Ciotti. A destra, il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick
Persone citate: Don Ciotti, Don Luigi Ciotti, Giovanni Maria Flick
Luoghi citati: Ascoli Piceno, Femio, Italia, Roma
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