E caduto il re del Tour

Specchio Indurain crolla sulle Alpi, addio al mito del campione invincibile E' caduto il re del Tour E9 LES ARCS un teatro il ciclismo, e sull'asfalto del suo più celebre palcoscenico, il Tour de France, l'uomo che per cinque anni ha recitato la parte dell'invulnerabile Achille in bicicletta abbandona inaspettatamente il ruolo che sembrava dovesse restargli sulle spalle per sempre e diventa un Ettore incerto, tormentato, sconfitto. Un Ettore; o forse il santo di gesso che nelle processioni di paese porta tra la folla la sua traballante figura, la sua faccia dolente che non si capisce se esprima più sofferenza o più meraviglia. Colpito dal pugno di un vecchio avversario che si chiama Rominger e ha trentacinque anni, molti dei quali spesi a combattere senza successo il nemico spagnolo; ridotto alle corde, Miguel Indurain, il gentile Indurain che blandiva i nemici e poi li prendeva a mazzate, il signorile Indurain che prima spolpava le sue vittime e poi gli diceva: vai, caro, oggi ti concedo di vincere, ha incontrato su una via di montagna, a pochi chilometri dal traguardo, il se stesso che ancora non conosceva e che credeva di non dover conoscere mai. Il granatiere di Pamplona ridotto a umile fante della corsa. E un giovane russo che trabocca di capricci e se lo mangia vivo l'ambizione, là in maglia gialla sul podio della gloria, a sorridere: «Ma no, ma no, vedrete che Miguel risorge». Miguel tace, non una parola, l'ammutoliscono la rabbia e la sorpresa. Ha trentadue anni, Indurain, una bella casa in campagna, una bella moglie, un Miguelito piccolo piccolo che adora. «Sì - diceva - mi pesa sempra di più staccarmi dalla mia terra, dalla mia famiglia. Quanto vorrei restarmene tranquillo, seduto a vedere i tramonti. Ma c'è un Tour da vincere per la sesta volta consecutiva, faccio i bagagli e parto». Quanti bagagli ha fatto e disfatto, Miguel. E' un po' stanco, adesso. Gianni Ranieri SERVIZI NELLO SPORT

Persone citate: Gianni Ranieri, Indurain, Miguel Indurain, Rominger