LA FIERA DEI REDUCI di Massimo Gramellini

LA FIERA DEI REDUCI LA FIERA DEI REDUCI CROMA OM'E' un socialista del '96? Dimagrito. Ha meno chili sulla pancia, meno forfora sulle spalle, meno rossetto sulla fidanzata. A evocare poteri e piaceri perduti («dove andiamo a ballare stasera?») non resta che quel nome, Gianni, che i duemila delegati scandiscono senza più inchini ma neppure vergogna. Il restauro di De Michelis sta seduto in disparte. Dierro a Ugo che sventola garofani. E a Bobo che cita «il buon vecchio Marx» e si commuove per papà, il buon vecchio Bettino. Esposti alla fiera di Roma, i fantasmi di via del Corso avanzano fra bandiere rosse, pugni chiusi e vecchi dischi dell'Internazionale in russo, subito sfu¬ mata a favore di una meno impegnativa versione strumentale. Si salutano con occhiate da reduci, prive dell'antica alterigia; le occhiate di chi ha conosciuto la rabbia e la paura. La Boniver firma autografi, Manca no ma gli piacerebbe, Carmelo Conte si smarrisce in sorrisi indecifrabili, La Ganga incede con l'inesorabilità delle pratiche rimosse. Latita (nessun doppio senso, chiaro) il solo Martelli, che perù ha spedito il fido Del Bue ad annusare un clima che appare propizio alla rentrée: una larga fetta della base lo vorrebbe segretario, il buon vecchio Claudio. Massimo Gramellini CONTINUA A PAG. 5 PRIMA COLONNA

Persone citate: Boniver, Carmelo Conte, De Michelis, Del Bue, La Ganga, Marx

Luoghi citati: Roma