Il silenzio d'oro di lady D di Fabio Galvano

SB' 51 La principessa informata dell'accordo miliardario a una serata di beneficenza Il silenzio d'oro di lady P A cena con Diana il giorno del divorzio l'addio dopo 15 anni LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Lei sapeva già, quando fra i lampi dei fotografi è entrata nella sfarzosa ballroom del Dorchester, applaudita come sempre da due ali di fans. Ci sarebbe stato da sospettarlo: il suo sorriso appariva più luminoso e più malizioso del solito. Ma non ha detto nulla a nessuno, neppure ai più intimi che la circondavano; e mentre gli avvocati discutevano l'offerta fatta da Carlo per il divorzio e quindi per il suo futuro, che è anche il futuro della famiglia reale inglese, Diana assaggiava con raffinato distacco il paneer bhaji che per l'occasione un modesto ristoratore pakistano di Bradford aveva portato con un camion fino a Park Lane, fra i pretenziosi cristalli di quella sala per miliardari. Gustava curry e vittoria, intimamente viveva forse uno dei suoi momenti più elettrizzanti; e forse questo spiega perché più tardi, leggendo un discorsetto d'occasione, sia anche riuscita a scambiare fischi per fiaschi come una scolaretta alle prime armi. Solo lei sapeva; e forse giocava con quel segreto. Oggi si dice che raccordo sia dietro l'angolo, che già la settimana prossima - forse lunedì stesso, dopo un weekend di riflessione - sarà annunciato il divorzio, che la sentenza potrebbe essere pronunciata prima del 29 luglio (15° anniversa- SB' IL silenTra le condiziodivorzio poste Carlo c'è la clausilenzio: alla privietato rivelare particolari dellomatrimonio rea rio dell'infausto matrimonio), che a metà settembre Carlo e Diana potrebbero essere liberi l'uno dall'altra. Ma nella sfavillante serata del Dorchester la principessa di Galles era sola con il suo segreto. Statuaria ma non giunonica, come invece l'avevano fatta sembrare alcune recenti fotografie, Lady D aveva guadato la piccola folla dei commen- sali con un sorriso per tutti: alta, elegante in un lungo vestito bianco-crema di stile pakistano con tanto di pantaloni di seta. Perché quella era una serata essenzialmente pakistana, una delle tante occasioni mondane di beneficenza cui Diana partecipa, ma questa volta con un tocco esotico. Padrone di casa era, infatti, il «battitore di Allah», come l'avevano battezzato i suoi tifosi: Imran Khan, ex capitano della nazionale pakistana di cricket e stella nascente nel firmamento politico di quel Paese, qualcuno dice - cordiale, affabile, oltre che capace organizzatore prossimo rivale di Benazir Bhutto nell'arena politica. L'occasione era una raccolta di fondi (obiettivo 300 mila sterline, circa 700 milioni di lire) destinati all'ospedale di Lahore, che è diventato il più importante centro di lotta contro il cancro nell'Asia meridionale. Voluto e progettato da Imran Khan, l'ospedale vive di bene- ficenza; e Diana si era già adoperata visitandolo a febbraio, due mesi prima che un atto terroristico ne distruggesse un'ala. I legami della principessa sono stretti; e passano per la bella Jamùna Goldsmith, moglie di Imran, che è la figlia di sir James Goldsmith, noto miliardario e politico ultraconservatore. L'ambiente, giovedì sera, era perciò quello della Londra d'oro, con spruzzatina di celebrità (Mick Jagger, Liz Hurley, Elle MacPherson, una schiera di modelle): uno scenario appena moderato dalla contemporanea prima del nuovo film di Tom Cruise, che aveva strappato molti ospiti illustri. Ma era uno scenario decisamente inconsueto per il mélange anglo-pakistano, in cui toilettes esotiche avevano un facile sopravvento sulla divisa da cameriere - smoking d'obbligo, un anacronismo a cui l'Inghilterra non rinuncia - cui i commensali europei (mezzo milione a testa) erano costretti, impacciati di fronte al pigiamone - lo shalwar kameez - del padrone di casa. Una scena da Impero d'altri tempi, che ha fatto da sfondo ai gioielli di Bulgari (sponsor dell'intera serata, compresi i cuochi del ristorante Nawaab di Bradford!. E in mezzo, lei: Diana. Gioiello, a sentire le signore, fra i gioielli. La telefonata dell'avvocato Anthony Julius l'aveva colta poco prima, mentre stava per lasciare Kensington Palace. Con la consumata nonchalance di chi ha rischiato di diventare regina, Diana probabilmente ragionava di miliardi - i suoi, quelli che le darà Carlo - mentre Imran Khan parlava di cancro e di malati e di offerte e di un misericordioso Allah. Era seduta al tavolo accanto al mio, l'avevo dirimpetto, l'ho osservata tutta la sera. Bellissima non sarà, ma era sicuramente la donna più appariscente di quella serata miliardaria: un sorriso per tutti, fra strette di mano con il calore che si riserva in genere agli amici più ùltimi. In un ruolo di fatina della carità, ma senza cancellare la lady discussa e chiacchierata. D'accordo: non era una cena di Stato. Ma la Diana che girava la sedia per chiacchierare e spettegolare con l'amica Cosima Somerset, seduta al tavolo dietro di lei, riporta all'immagine della Lady D men che regale criticata in passato. E li, in quell'ambigua posizione, teneva corte, con tanti paggi che a turno l'intrattenevano. Era l'indiscussa regina della serata; e con l'abilità di sempre assumeva lo sguardo languido da cerbiatta ferita, il capo chino e gli occhi leggermente rivolti all'insù, che ha conquistato un milione di cuori. Ma quegli occhi erano peggio di un radar: nulla le sfuggiva; e poi fissava a lungo i boi giovanotti della serata miliardaria. Pensando, forse, che nella vita non tutti i mali vengono per nuocere. Pensando, forse, alla telefonata del suo avvocato. Con tutto il mondo, fuori, ormai a conoscenza dell'ultimo sviluppo della saga reale; e lei, chiusa nella ballroom del Dorchester fra commensali ignari, sola con il suo esplosivo segreto. Fabio Galvano L'accordo le vieta di svelare altre notizie sul matrimonio La principessa principessa Cronache informata dell'aIl silenA cena cono dell'infausto matrimonio), che metà settembre Carlo e Diana otrebbero essere liberi l'uno dalaltra. Ma nella sfavillante serata el Dorchester la principessa di alles era sola con il suo segreto. Statuaria ma non giuonica, come invece l'aevano fatta sembrare alune recenti fotografie, ady D aveva guadato la ccola folla dei commen- 51 o r il rincipe del essa è ora tunato sali con un sorriso per tutti: alta, elegante in un lungo vestito bianco-crema di stile pakistano con tanto di pantaloni di seta. Perché quella era una serata essenzialmente pakistana, una delle tante occasioni mondane di beneficenza cui Diana partecipa, ma questa volta con un tocco esotico. Padrone di casa era, infatti, il «battitore di Allah», come l'avevano battezzato i suoi tifosi: Imran Khan, ex capitano della nazionale pakistana di cricket e stella nascente nel firmamento politico di quel Paese, qualcuno dice - cordiale, affabile, oltre che capace organizzatore prossimo rivale di Benazir Bhutto nell'arena politica. L'occasione era una raccolta di fondi (obiettivo 300 mila sterline, circa 700 milioni di lire) destinati all'ospedale di Lahore, che è diventato il più importante centro di lotta contro il cancro nell'Asia meridionale. Voluto e progettato da Imran Khan, l'ospedale vive di bene- L'accordo le vieta di svelare altre notizie sul matrimonio solDiana ricbuonusclire e 95la gestio principessa

Luoghi citati: Asia, Galles, Inghilterra, Londra