Scoprono la tangente suicida per vergogna

Roma: ispettore della Usi, aveva chiesto 2 milioni a un imprenditore per nascondere alcune irregolarità Roma: ispettore della Usi, aveva chiesto 2 milioni a un imprenditore per nascondere alcune irregolarità Scoprono la tangente, suicida per vergogna Si è sparato dopo l'arresto ROMA DALLA REDAZIONE Tangentopoli uccide ancora. Un ispettore della Usi, accusato di concussione, sfugge alla polizia venuta ad arrestarlo, riesce a barricarsi nel bagno di casa e si spara un colpo mortale al petto. E' successo ieri a Formello, un paese a pochi chilometri da Roma. L'ispettore Roberto Rapone lavorava per conto della Procura della Repubblica presso la pretura della capitale. Nel corso di un'ispezione avvenuta qualche giorno fa in un cantiere edile nella località di Affile, vicino a Tivoli, Rapone riscontrò alcune irregolarità nella gestione dell'azienda che comportavano sanzioni pecuniarie per 10 milioni. L'ispettore della Usi decise allora di trarre profitto dalla sua «scoperta». E così fece capire all'imprenditore che era disposto a «soprassedere», rinunciando a rendere note le irregolarità. In cambio chiedeva una mazzetta di due milioni. L'imprenditore si disse d'accordo, ma poi decise di avvertire la polizia. E così, quando Rapone si è presentato al cantiere ieri ali ora fissata per il passaggio della mazzetta, ha trovato ad aspettarlo agenti di polizia travestiti da operai, con tanto di tuta blu ed elmetto giallo protettivo, che lo hanno arrestato in flagrante. Rapone aveva con sé una pistola, che gli agenti hanno subito sequestrato. Dopo i necessari accertamenti, gli agenti lo hanno accompagnato a casa: una villa vicino a Formello dove l'ispettore Rapone, da tempo separato dalla moglie dalla quale aveva avuto una figlia, viveva con un'altra donna. Dal momento in cui sono arrivati alla casa tutto si è svolto con grande cautela: gli agenti, tutti del commissariato di Tivoli, avevano infatti saputo attraverso controlli incrociati alla centrale che Rapone era legalmente in possesso di altre tre armi da fuoco e hanno cominciato a perquisire l'abitazione. Alla ricerca delle tre pistole, oltre che delle tracce di altre eventuali mazzette. A questo punto, Rapone ha messo in atto il suo piano suicida: depistare gli agenti nelle loro ricerche in modo da sfuggire alla loro attenzione e, poi, impossessarsi di una delle armi da fuoco. Dopo un po' che gli uomini della polizia cercavano al piano terreno, infatti, l'ispettore delle Usi ha detto loro che stavano cercando invano, perché le pistole stavano al piano di sopra. E più precisamente ha aggiunto che dovevano andare a cercare nella camera da letto. A quel punto, sono saliti tutti al piano di sopra, si sono fatti accompagnare da Rapone fino alla stanza da letto e lì hanno cominciato a frugare: negli armadi, nei cassetti, tra i vestiti e gli oggetti personali. Presi com'erano dalla loro ricerca sempre più affannosa le pistole non saltavano fuori e Rapone non stava collaborando per nulla - gli agenti di polizia non si sono accorti che l'ispettore delle Usi si stava dirigendo lentamente, a piccoli passi, verso la porta del bagno (al quale si accede, appunto, dalla stanza da letto). Poi tutto si è svolto con estrema rapidità. Raggiunto l'uscio della stanza da bagno, Rapone ha fatto un guizzo in avanti, è entrato e ha chiuso la porta a chiave dietro di sé. Poi ha tirato fuori da un nascondiglio nel bagno una pistola che aveva il colpo in canna e armeggiando con essa come poteva - Rapone portava ancora le manette e i suoi movimenti erano per forza impacciati l'ha puntata al petto e ha premuto il grilletto. Nel frattempo, nella stanza da letto, gli agenti, accortisi della fuga dell'ispettore, si erano spostati all'entrata del bagno ed avevano cercato di sfondare la porta. E' venuto lo sparo, e quando hanno finalmente buttato giù la porta era ormai troppo tardi. Quando gli agenti lo hanno portato a casa per una perquisizione si è chiuso in bagno e ha fatto fuoco Il cantiere edile ad Affile vicino a Tivoli, dove l'ispettore Usi è stato arrestato mentre prendeva una mazzetta

Persone citate: Roberto Rapone