Brogli ecco le prove

La denuncia dello scandalo arriva dal Tatarstan Brogli, ecco le prove Migliaia di voti «girati» a Eltsin LA TRUFFA NELL'URNA LMOSCA E elezioni russe sono state riconosciute libere e oneste, gli osservatori internazionali, dopo aver fatto conferenze stampa soddisfatte, fanno le valigie, e i capi di Stato di tutto il mondo si congratulano con Boris Eltsin per il «trionfo della democrazia» nel suo Paese. I conti sono stati già fatti. Ma la questione è: in che modo? Di brogli in questi giorni hanno parlato un po' tutti, tutti li hanno subodorati, sospettati, intuiti. Nessuno però ha potuto finora averne la certezza e dimostrare, carte in mano, che il «trionfo della democrazia» è stato abilmente, matematicamente manipolato. «La Stampa» è venuta in possesso - da una fonte altamente affidabile - di alcuni documenti che in un altro Paese avrebbero provocato uno scandalo di portata mondiale e che in Russia circolano come samizdat, diffuso da un coraggioso - ma anonimo - addetto alla Commissione elettorale del Tatarstan, una Repubblica autonoma all'interno della Federazione Russa, sul Volga. Sono i protocolli di cinque Commissioni elettorali territoriali (Cet), autentici, firmati da una quindicina di responsabili, con tanto di timbro, e la tabella complessiva della Commissione elettorale repubblicana, che dovrebbe contenere gli stessi risultati. Un semplice confronto tra le cifre, portato davanti a un qualsiasi tribunale indipendente, basterebbe per invalidare le elezioni russe. Lo schema del conteggio dei voti è il seguente: la commissione del seggio invia il protocollo alla Commissione territoriale (Cet), che comprende circa 60 seggi. La Cet somma i risultati dei seggi e li manda alla Commissione regionale (del Tatarstan, in questo caso), che raccoglie nella tabella complessiva i dati di tutte le Cet della sua zona di competenza, e poi riferisce il risultato alla Commissione elettorale centrale a Mosca. Teoricamente, i dati delle Cet e della Commissione repubblicana dovrebbero coincidere fino all'ultimo voto. Ma nei protocolli di cui disponiamo sono diversi come il giorno e la notte. Non c'è un solo risultato di nessuno dei dieci candidati che sia uguale. Con un'unica differenza: nove di loro nella tabella complessiva figurano con meno voti di quanto hanno preso, e uno solo è in costante crescita. Il suo nome? Boris Eltsin. Tanto per fare un esempio, prendiamo il protocollo della Cet del distretto Aviastroitelnij, una zona industriale di Kazan, la capitale del Tatarstan. In quel quartiere Eltsin ha vinto con un grande distacco da tutti gli altri, con 23.428 voti su quasi 50 mila schede valide. Ma nella tabella complessiva ne ha esattamente 4500 in più, 27428. Voti tolti a tutti gli altri candidati, senza alcuna eccezione: Ziuganov si vede privare di 1285, Javlinskij di 897, Zhirinovskij di 205. Senza poi parlare degli altri. Perfino il generale Lebed, il candidato gonfiato e finanziato dal Cremlino stesso per farlo arrivare terzo e rubare voti ai comunisti, viene allegge- rito di 1192 voti. E addirittura gli outsider, come il miliardario Brynzalov con il suo misero 64 originale, si è visto privare di 13 voti a proprio favore. Se poi si fanno i conti sul totale dei 269 seggi di cui esistono i protocolli, la classifica è la seguente: Eltsin sale rispetto all'originale del 20 per cento. Il meno penalizzato dall'operazione risulta Ziuganov che perde «solo» il 13 per cento, forse perché il Cremlino voleva proprio lui al ballottaggio per far convergere su Eltsin tutti gli elettori spaventati dal comunista. Javlinskij viene privato del 21 per cento, Lebed del 27, Zhirinovskij del 36. Con gli outsi- der poi non si fanno troppe cerimonie: il più sfortunato è Shakkum, il cui risultato (comunque al di sotto dell' 1 per cento) vie- ne dimezzato. Stessa fine per Gorbaciov, al quale è stato rubato il 42 per cento. Una manipolazione ben orga- nizzata e abile: la classifica originale dei vincenti e piazzati e quella truccata sono identiche, cambiano solo le percentuali. In alcune Cet la sottrazione è stata fatta in modo più grossolano, a cifre tonde, in altre si è lavorato più minuziosamente, voto per voto. Tra parentesi, l'operazione non è andata in porto, perché nel Tatarstan ha trionfato Ziuganov. I voti in più di Eltsin però hanno comunque pesato sul risultato nazionale. Ma il dato più sconvolgente è che, mentre gli osservatori internazionali presenziavano allo spoglio nei seggi per cogliere con le mani nel sacco qualche osservatore comunista che infilava un po' di schede in più, la falsificazione avveniva nella parte alta della piramide, là dove nessuno è andato a sbirciare, nelle strutture stesse dello Stato. E da Mosca viene la testimonianza di un altro metodo di barare al voto. Vladimir Chudin, il presidente del seggio 1117 della capitale ha osato denunciare un fatto clamoroso: al momento della consegna dei protocolli i responsabili della Cet di Mosca gli hanno chiesto anche due moduli in bianco, timbrati e firmati da tutti i membri della commissione locale. Quindi, ci sono le prove di falsificazioni a tre livelli di conteggio dei voti: nei seggi, nelle Cet e nelle Commissione regionali. A questo punto è impossibile affermare che la Commissione centrale non ne sapesse niente. Cosa sia accaduto in tutte le 89 regioni russe, nei 93 mila seggi, non lo sapremo forse mai. L'unica cosa visibile è che il meccanismo era riproducibile ovunque. E possiamo solo fare ipotesi su quale sarebbe stato l'esito del voto vero. Può anche darsi che al ballottaggio con Ziuganov sarebbe andato Lebed, e che il terzo posto in realtà spettasse a Javlinskij. L'unica cosa certa è che le falsificazioni sono state fatte solo a favore di Eltsin e a danno di tutti gli altri candidati. Il padrone del Cremlino ha preso il 16 giugno scorso il 35 per cento dei voti, contro il 32 di Ziuganov. Possibile che in realtà al primo turno delle elezioni in Russia hanno vinto i comunisti? Anna Zaf esova Al primo turno preferenze sottratte a tutti i 9 candidati per favorire il Presidente La denuncia dello scandalo arriva dal Tatarstan U£2«>»*jM S^T =£1 J£5»j5nsss i<> 7— "Wmawtiis, (■>•'.■ '■-■■>• ' Ecco i risultati veri e falsi del Tatarstan con lo scarto a vantaggio di Eltsin

Luoghi citati: Mosca, Russia