Brancati querela il Tg3 «Non sono un Attila»

Bramati querela il Tg3 «Non sono un Attila» Il cdr: vogliamo un direttore che ci rilanci Bramati querela il Tg3 «Non sono un Attila» Al sacco della Rai ci mancava soltanto un Attila. Il temibile guerriero della steppa è stato evocato ieri dal Corriere della Sera, che gli ha attribuito le opulente sembianze di Daniela Brancati, ex direttore del Tg3, il cui casalingo aspetto non farebbe presagire qualità da condottiera di Unni. Eppure «i direttori esterni sono come Attila» titola il quotidiano, riportando una frase del giornalista Santo Della Volpe (membro del cdr del Tg3), che argomenta: «Arrivò dicendo che in vita sua aveva visto poco e in modo discontinuo il Tg3. Ecco cosa si rischia con gli esterni». In forma di querela, arriva pronta la risposta della Brancati, che sfodera alabarda e spadone e sfida il Corriere e Della Volpe a dimostrare le sue capacità distruttive. «Il Corriere ama scrivere sul mio conto cose false non dimostrate e non dimostrabili, magari trincerandosi dietro le parole di qualche intervistato. L'articolo di ieri ha recato un danno grave alla mia im- magine professionale. Pertanto querelo Della Volpe, che avrà la possibilità finalmente di dimostrare ciò che afferma davanti al magistrato, e il Corriere)). «E' un avvenimento molto spiacevole - commenta Della Volpe a nome del cdr del Tg3 -. Non avevo nessuna intenzione di fare una polemica personale, le critiche erano rivolte all'attività pubblica della Brancati, i cui risultati sono anch'essi pubblici. D'altra parte è stata l'azienda a rimuoverla dalla direzione, non certo la redazione. Ci rammarichiamo che, per rispondere alle critiche, Brancati abbia scelto una strada atipica: questi temi si dovrebbero discutere all'interno dell'azienda e dell'ordine». Quello che a Della Volpe preme sottolineare è che «il problema non è tanto e solo quello di un direttore interno o esterno: anche l'ultimo direttore, che pure e un interno, non ha dato affatto buoni risultati. Il problema sono le professionalità: da due anni ci danno direttori che, volutamente o per incapacità, tentano di ridimensionarci, fino al vuoto progettuale di oggi. Noi vogliamo un direttore di alto profilo, che conosca la macchina Rai e la nostra storia. Vogliamo, insomma, sentire che l'azienda crede in questo tg». [r. sii.] Attila condottiero degli Unni A destra: Daniela Brancati ex direttore del Tg3