Entro domani il consiglio della Rai di Maria Grazia Bruzzone

I BOIARDI E LA TV La destra si presenta con una maxi-lista, ma di fronte allo scetticismo di Violante ci ripensa Entro domani il consiglio della Rai Per la presidenza Baratta in poleposition ROMA. Quasi ci siamo. La fatidica cinquina del nuovo consiglio di amministrazione della Rai dovrebbe uscire dal cappello dei due presidenti di Camera e Senato domenica pomeriggio. L'incontro finale è fissato. Per uscire al più presto dalla ridda di ipotesi, sospetti e inciuci vari Mancino, ma soprattutto Violante, hanno deciso di bruciare i tempi. Si parla di rose che perdono via via petali, nei pourparler della vigilia, e dai palazzi trapelano nomi sui quali però nessuna giura. Come presidente il più quotato è Paolo Baratta, pluriministro di vari governi tecnici, docente universitario e banchiere, esponente della sinistra chic. E, oltre a tutto, facoltoso. Un problema di cui poco si parla è infatti legato al non eccezionale stipendio del presidente della Rai, che si aggira sui 150 milioni l'anno lordi, più i gettoni di presenza e qualche rimborso spese. Baratta, allora. Che tuttavia è laico. Mentre ambienti cattolici e vicini al Quirinale sperano ancora di riuscire a convincere il riluttante Fabiano Fabiani. Meno impegnativo il ruolo di consigliere - il cui stipendio viaggia sugli 80 milioni lordi, più gettoni e rimborsi. Qui, continua a restar fermo il nome di Alesssandro Ovi, il consigliere della Stet, grande esperto in tecnologie vicino a Prodi. Si affacciano l'ex amministratore delegato della Mondadori ai tempi di Carlo De Benedetti, Emilio Fossati, che starebbe soppiantando l'avvocato Vittorio Ripa di Meana. E l'ex presidente dell'Ina, Pallesi. In lizza, secondo quanto ha confidato agli amici il capogruppo forzitalista Pisanu, resterebbe anche la manager milanese Federica Olivares. Meno quotata la presidente dei giovani industriali Emma Marcegaglia. Tra i giuristi esperti di media, va forte Enzo Cheli, molto vicino a Giuliano Amato, mentre il Ppi sponsorizza Roberto Zaccaria, peraltro amico di Cheli e fiorentino come lui, che ha però l'handicap di essere già stato a lungo consigliere Rai. Quanto alla rosa del Polo, alla fine non è uscita dalla tasca degli ambasciatori che ieri mattina a mezzogiorno sono stati ricevuti da Violante. All'appuntamento sono arrivati gli azzurri Pisanu e Biondi e i Ccd-Cdu Mastella e Sanza. Nessuno di An e, a un certo punto, c'è stato un comico contrattempo. Da Violante si è presentato infatti Giulio Maceratine che in quanto senatore, stonava un po' a Montecitorio. «A che titolo è qui, scusi»?, gli è stato chiesto. «Vengo per conto del partito». Gelida la risposta. «E perché allora non è venuto Fini?». La delegazione polista aveva dunque i nomi in tasca. Una rosa della quale facevano pa -e Paolo Del Debbio, l'ex presidente dell'Enel Viezzoli, e l'ex direttore del Tempo Franco Cangini. Più Piero Ostellino e tal ccd Mauro Zampetti, depennati all'ultimo momento in ascensore. Corretta e un po' ciancicata, la lista era pronta per esser consegnata a Violante. Ma le prime battute del colloquio hanno convinto gli ambasciatori a rinunciare. Il presidente della Camera si sarebbe infatti mostrato disponibile ad ascoltare i colleghi e le loro indicazioni sul «plurali¬ smo», ma avrebbe anche fatto presente che la scelta sarebbe stata compiuta in totale autonomia col presidente del Senato. «Insomma - spiegano irritati i diretti interessati - non si sarebbe sentito vincolato a scegliere nella rosa». E sulle richieste del Polo, frustrate da Violante, polemizza il capogruppo demosinistro Fabio Mussi. «Ogni volta che si parla di tv, nel Polo scatta un riflesso pavloviano. Posti! Posti!». Pisanu se ne risente. «Se la prendano pure tutta, la Rai. Sarà la tv del 50% degli italiani, quella del gruppo bulgaro che già oggi discrimina abbondantemente il Polo nei Tg. Ma stiano attenti. Quando verranno in Parlamento a chiedere tutela, la nostra metà dell'aula guarderà da un'altra parte». Maria Grazia Bruzzone I presidenti della Camera dei deputati e del Senato. Luciano Violante e Nicola Mancino

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