«Riapriamo le case chiuse»
Firma anche la Beccalossi (An). Don Mazzi furioso: li brucerei tutti Firma anche la Beccalossi (An). Don Mazzi furioso: li brucerei tutti «Riapriamo le case chiuse» Mozione choc alla Regione Lombardia MILANO. «Riaprite le case di tolleranza». Questa volta la proposta non arriva da un talk show o da un'intervista più o meno provocatoria. A chiedere l'abolizione della legge Merlin è una mozione presentata al Consiglio regionale della Lombardia per «disciplinare efficacemente il fenomeno della prostituzione». A firmare il documento sono venti consiglieri, di cui quattro donne, di Forza Italia, Unione federalista, Udc, Alleanza nazionale (fra cui la vicepresidente del Consiglio regionale, Viviana Beccalossi), Ccd, ma anche il capogruppo del Si, Vittorino Baruffi. Nella mozione si afferma che a seguito dell'applicazione della cosiddetta «legge Merlin», il fenomeno della prostituzione «alimentato anche da un massiccio flusso di immigrazione extra-comunitaria» è andato «progressivamente espandendosi in maniera incontrollata», causando «gravi conseguenze» sotto il profilo della sicurezza pubblica e della microcriminalità indotta e «rischi di natura igienico-sanitaria». I consiglieri chiedono che la giunta regionale lombarda si impegni a «sollecitare Parlamento e governo a una rapida revisione della normativa oggi esistente in materia, rivelatasi manifestamente inadeguata e controproducente, predisponendo misure di carattere legislativo e amministrativo in grado di discliplinare efficacemente il fenomeno, ivi compreso il provvedimento di riapertura delle case di tolleranza». La proposta di riaprire le «case chiuse» non trova d'accordo il pds lombardo. Marilena Adamo, consigliere regionale della Quercia, ha definito in una nota la proposta «inaccettabile perché sancisce uno stato di polizia con compiti di controllo e gestione della prostituzione». Secondo Marilena Adamo, «la riapertura delle case di tolleranza non risolve il problema della microcriminalità e del degrado di vaste zone delle nostre città. Nell'attuale situazione, poi, si verrebbe a creare un doppio canale: chi ha possibilità economiche frequenterebbe le case chiuse e chi, invece, non le ha i marciapiedi. In più, le case di tolleranza permetterebbero uno sfruttamento maggiore e miglior controllo della prostitu- zione da parte della grande criminalità organizzata». Durissima la reazione di Don Antonio Mazzi, il sacerdote noto per le sue apparizioni televisive, intervistato da un'emittente locale bresciana: «Non brucerei soltanto le case chiuse - ha detto don Mazzi -, ma anche il pirellone e quei venti signori che hanno fatto una proposta del genere perché vuol dire che non hanno capito niente: qui non si tratta di aprire o chiudere le case ma di aver rispetto della donna, fino in fondo. Io - ha proseguito - abito nelle vicinanze del parco Lambro. Una sera ero con un amico e mi sono fermato a parlare con una ragazzina. Avrà avuto sì e no 14 anni. Le ho chiesto cosa faceva e mi ha risposto che aspettava i clienti e che glielo aveva insegnato la madre. Questa è la realtà dei fatti». [Ansa] Viviana Beccalossi di An vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia
Persone citate: Beccalossi, Don Antonio Mazzi, Marilena Adamo, Mazzi, Merlin, Vittorino Baruffi, Viviana Beccalossi
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