Non si ride sulla povertà che cresce

Non si ride sulla povertà che cresce LA LETTERA DI O.d.B. Non si ride sulla povertà che cresce GENTILE Ingegnere, non capisco granché in quanto lei mi scrive, ma il mio compito sarebbe quello di capirla. Sarebbe, è una parola. «La disoccupazione, soprattutto giovanile, è elevata - lei scrive - ma i poveri lavoreranno sino a 70, 75 anni, leggi permettendo, altrimenti, in pensione, diventeranno poverissimi. Allora i giovani, rimasti disoccupati sino a 35, 40 anni, non troveranno più lavoro perché vecchi. Quindi, non si sposano, convivono, senza figli. L'attuale scarsa natalità diminuirà ancora e cosi si risolverà fisiologicamente il problema della disoccupazione. Altro che le note ventennali proposte di ridurre le ore di lavoro da investire (in che se i poveri aumentano?). Il debito pubblico diminuirà e così il di- Non ssulla pche c i ride overtà resce savanzo. I poveri non avranno più Bot, Cct o altro e lo Stato non avrà più il problema degli interessi. L'inflazione sarà quasi nulla, dato che i poveri non avranno di che comprare. E i ricchi? Devono essere pochi dato che nessuno ne parla. Non pongono problemi. Nelle manovrine manovrone si parla solo di impiegati, operai, pensionati. Ma chi compra allora tutte queste macchine da trenta milioni, appartamenti da centinaia di milioni, scarpe da 400 mila lire al paio ecc.? Ma saranno proprio veri i dati che ci vengono somministrati? Oppure c'è un Robin Hood in giro? Ne dubito. Mi scusi se ho straparlato...». Gentile Ingegnere, in ogni momento del giorno e della notte vengono rovesciate su di noi notizie, rivelazioni, denunce, profezie magari contrastanti ma sempre allarmanti che sfidano ogni credibilità e credulità, ma questo non può servirle da scusa per il suo tentativo di aumentare ulteriormente il marasma. Non mi pare che ci sia molto da ridere sull'argomento povertà in crescita, argomento che purtroppo non teme smentite. Oreste del Buono Egregio Signor Del Buono, ogni tanto mi faccio vivo per avere il suo conforto e spero anche di chi legge. Le confesso che la mia confusione è tanta. Sarà l'età. Leggo che la famiglia tipo italiana con un reddito di tre milioni di lire al mese è «povera». Penso che i poveri in Italia siano molti. Allora perché le industrie automobilistiche si lamentano di vendere meno macchine? I poveri cambieranno macchina ogni venti anni e poi staranno senza perché saranno più poveri. E così si risolverà il problema del traffico urbano ed extraurbano... ing. L. Baulino, Pesaro

Persone citate: Del Buono, Gentile Ingegnere, L. Baulino, Oreste Del Buono, Pesaro, Robin Hood

Luoghi citati: Italia