Uno stop anche dall'Antitrust di R. Cri.

Uno stop anche dall'Antitrust Uno stop anche dall'Antitrust «Ingannevole la sua pubblicità che assolve il fumo passivo» MELANO. «Ingannevole e pericolosa». Così il giurì dell'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria - l'Iap - ha ritenuto la pubblicità della multinazionale del tabacco Philip Morris sul fumo passivo, ordinandone la cessazione «limitatamente alla raffigurazione grafica dei prodotti (biscotto, acqua trattata con cloro, pepe) e alla frase "E non esiste neppure nessuna giustificazione solida per una campagna contro il fumo indiretto di tabacco"». E' quanto si legge in un bollettino dell'Iap. Nella pubblicità si contesta che sia provata scientificamente la nocività del fumo passivo, confrontata con la lieve nocività accertata di altri prodotti di uso comune (appunto i biscotti e il pepe). Il comitato di controllo, che ha portato il caso davanti al giurì, ha sostenuto che la pubblicità è «ingannevole e pericolosa», poiché «la tesi contraddirebbe il margine di rischio relativo al fumo passivo espresso nello stesso annuncio e i dati scientifici sarebbero usati impropriamente, equiparando rischi non comparabili». Il messaggio, quindi, «indurrebbe a ritenere che il fumo passivo sia innocuo per la salute, diminuendo vigilanza e responsabilità verso i pericoli per la salute propria e altrui». La Philip Morris ha ribattuto che il messaggio vuole affermare «che l'indice di rischio collegato dagli studi scientifici al fumo passivo non è rilevante, così come risulta per i bassi indici collegati a sostanze di solito ritenute innocue». E' questa - in sintesi la difesa del gigante che, con circa 130 mila dipendenti, è considerata come una delle regine della «Corporate America»: il gruppo, che opera non solo nel settore del tabacco, ma anche dell'alimentare, delle bevande e dei servizi finanziari e immobiliari, ha un valore di mercato di oltre 80 miliardi di dollari, una cifra che lo colloca al nono posto mondiale per capitalizzazione del titolo in borsa dopo la Toyota e al quinto posto tra le aziende americane dopo At&T. [r. cri.]

Persone citate: Philip Morris