Ferrara: caro Caselli sulla Piovra ora sbagli
Ferrara: caro Caselli sulla Piovra ora sbagli Intervista a Panorama: quando lottavamo insieme Ferrara: caro Caselli sulla Piovra ora sbagli MILANO. «Caselli? Mai stati amici. Eravamo molto più che amici: parte della stessa classe dirigente in una fase in cui il primo obiettivo era portare a casa la ghirba». Giuliano Ferrara rievoca in un'intervista a Panorama, nel numero in edicola domani, il suo rapporto con Giancarlo Caselli negli Anni 70, quando entrambi lavoravano a Torino, lui come funzionario del pei, Caselli come giudice istruttore. Un rapporto intenso sul fronte della lotta al terrorismo. Oggi Ferrara viene interrogato da Caselli che vuole sapere dove ha attinto le informazioni riguardanti Berlusconi e Dell'Utri, pubblicate sul suo Foglio. E tira una frecciata polemica al vecchio compagno di cordata. «Io sono stato dirigente del pei torinese - spiega Ferrara - negli Anni Settanta quando il terrorismo impazzava. Contro le Br facevamo gruppo unico: Caselli, Pecchioli, il segretario della federazione Gianotti, il sindaco Novelli e io. Ci riunivamo, discutevamo. C'era una fusione tra ruoli: il pei si era fatto Stato, Novelli andava ai funerali, Caselli indagava, e bene. Avevamo la stessa visione emergenzialista, giustizialista. Ma oggi in Sicilia è diverso: Caselli non coglie il rischio di perpetrare un'ingiustizia verso le persone indagate. Invece di limitarsi a ripulire il Paese dal crimine vuole riscriverne la storia a uso dei vincitori. Ma sono cose diverse: tra eliminare la mafia e stabilire che la de era il partito della mafia ce ne corre». [r. cri.l
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