LA NASCITA DELLA «COSA 3» di Marcello Sorgi
8 LA NASCITA DELLA «COSA 3» la che rassomigli alle scissioni fragorose, alle liti infinite su simboli e sedi, che avevano caratterizzato la fine dei partiti storici della Prima Repubblica. Ma può tutto questo accadere tranquillamente, senza compromettere gli equilibri di governo e le scadenze, non proprio facili, che Prodi si accinge ad affrontare in Parlamento? A lume di logica, no. E dietro la nascita, o la rinascita, di un insieme democristiano, già si avvertono gli appetiti ministeriali, e i rumori di crisi che li accompagnano e che quella «cosa» li, da sempre, si porta dietro. Al contrario, proprio perché non è facile, e non è detto che sia realistico, ridefinire rapidamente la geografia dei poli, è probabile che Prodi goda di un periodo di grazia, e perfino di aiuti imprevisti in Parlamento, mentre la scomposizione e la ricomposizione delle varie correnti è in corso. A ogni buon conto, il presidente del Consiglio s'è affrettato a benedire la rinascita del centro. Al momento, infatti, nessuno ha gran voglia di fare una vera opposizione al governo. Non ce l'ha Berlusconi, preoccupato, più che della Rai, della legge di sistema che dovrà ridefinire i rapporti fra tv pubblica e privata proprio mentre Mediaset approda in Borsa. Ce l'hanno ancora meno i suoi alleati Casini e Buttigliene, tutti intenti a un lavoro di tessitura con gli «amici» separati del centrosinistra. E sotto sotto, non ce l'hanno neppure Fini e Bertinotti: candidati, se il processo va avanti, a subire i danni del nuovo, chiamiamolo nuovo, bipolarismo tra centro e sinistra. E per questo, timorosi di esserne esclusi e attenti a rimanerci agganciati. Resta solo da capire, se riesce, fin dove arriverà il ritorno delle «Cose». In un sistema maggioritario, che porta necessariamente gli elettori a scegliere tra due schieramenti, le grandi coalizioni, o sono impossibili o dovrebbero essere fatti eccezionali. Non a caso ormai da qualche giorno, nei corridoi di Montecitorio, sono in tanti a spiegare e a sperare - che, pur con l'approssimazione che accompagna le grandi manovre estive, l'obiettivo, l'esempio, l'assetto sia il modello Germania, con un'alternativa praticabile tra cristiano democratici e socialdemocratici. Se davvero è così, tutto diventa logico, chiaro, conseguente: questa è l'unica prospettiva che può dare un senso al confuso agitarsi di questi giorni. Ma è altrettanto probabile, purtroppo - e va detto - che all'uscita dalla transizione, l'Italia sia in grado solo di continuare ad andare verso l'Italia: con D'Alema a Palazzo Chigi, insomma, tra qualche anno, avremo ancora un de al Quirinale. Marcello Sorgi
Persone citate: Berlusconi, Bertinotti, Casini, D'alema, Prodi
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