Mosca lunghi coltelli tra i vincitori di Fernando Mezzetti

Il Presidente torna al lavoro in buona salute. Trame al Cremlino contro il «terzo uomo» Il Presidente torna al lavoro in buona salute. Trame al Cremlino contro il «terzo uomo» Mosca, lunghi coltelli fra i vincitori Eltsin-. niente guerra bianchi-rossi, c'è posto per tutti MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Svanita la possibilità della resurrezione, i comunisti riconoscono la vittoria di Eltsin, che a sua volta fa loro caute aperture governative, mentre nel suo stesso campo, dopo la sua conferma a presidente della Russia, si fa aperta la lotta in vista della successione fra il premier Viktor Cernomyrdin e Aleksandr Lebed. Appare chiaro che i voti del generale, 15% alla prima tornata, sono già serviti allo scopo e non avranno altra funzione. Dominati gli ultimi giorni prima delle elezioni, con proclami, critiche al governo e richieste di pieni poteri, il generale è fuori scena da tre giorni. Un'eternità in queste circostanze. Nel clima vittorioso di ieri non è apparso. La giornata è stata dominata da Cernomyrdin che ha pubblicamente respinto tutte le sue richieste come incostituzionali, rivendicando le sue prerogative di primo ministro. A scrutinio quasi ultimato, i dati precisano meglio l'affermazione di Eltsin: il 53,7%, contro il 40,4 per Gennadij Ziuganov; il 4,9 è stato contro entrambi, possibilità prevista sulla scheda. Elezioni regolari, dicono gli osservatori internazionali. Secondo fonti ufficiali, ieri mattina, tonificato dalla vittoria, alle 8,30 il presidente era già al Cremlino, dove ha registrato un messaggio televisivo al Paese per invitare alla concordia dopo l'aspra campagna, segnalando disponibilità governativa per esponenti dell'opposizione. «Voi elettori avete risolto il dibattito fra diverse posizioni, e io sono convinto che nella nuova squadra ci sarà posto per tutti coloro in cui avete avuto fiducia. Non dividiamo il Paese tra vincitori e vinti». Poi ha ricevuto Cernomyrdin che, secondo la Costituzione, ha presentato le dimissioni al Dresidente eletto il ouale lo ha rinominato carjo del so- secondo la Costituzione, ha presentato le dimissioni al presidente eletto il quale lo ha rinominato capo del go verno, e ha quindi incontrato lo staff della sua campa gna. Nelle fugaci immagini televisive del breve messag gio e dei due incontri è apparso meglio di domenica, ma ancora impacciato nei movimenti. L'esaltazione della vittoria, con commenti politici, è toccata a Cernomyrdin, che in una conferenza stampa ha messo in chiaro come le aperture all'opposizione non significano governo di coalizione, ma al più ingresso di tecnici. «I governi di coalizione - ha detto brusco - vanno bene per sistemi parlamentari, il nostro è presidenziale». Con ciò, sono rimandate al mittente richieste e moniti del blocco nazional-bolscevico capeggiato da Gennadij Ziuganov, uno dei cui esponenti, Anatolij Lukyanov, già leeato ai Bobisti dell'agosto '91. aveva dichiarato: «Sia- Ziuganov, uno dei cui esponenti, Anatolij Lukyanov, già legato ai golpisti dell'agosto '91, aveva dichiarato: «Siamo una forza che non può essere ignorata e dovremmo far parte del governo». Cernomyrdin, che aveva solo detto mezze parole nei giorni scorsi, ha riservato a Lebed la parte più ferma, se non sprezzante, della conferenza stampa. Il generale, responsabile per la sicurezza nazionale, dando larga interpretazione dei suo titolo aveva annunciato di aver chiesto e ottenuto la supervisione della politica della difesa, di qticlla economica interna, estera, sociale, ecologica, dicendo che Eltsin avrebbe firmato subito dopo l'elezione, cioè ieri, i relativi decreti. Aveva inoltre attaccato tutta la politica governativa e personalmente Cher- nomyrdin, mettendo sotto accusa il settore energetico di cui è esDonente. Infine, aveva chiesto Der sé la carica nomyrdin, mettendo sotto accusa il settore energetico di cui è esponente. Infine, aveva chiesto per sé la carica di vicepresidente, abolita da Eltsin dopo la rivolta armata nel '93 del suo allora vice, Rutskoi. Cernomyrdin ieri su tutto questo: «La Costituzione non prevede la vicepresidenza e non vedo la necessità di modificarla». Sui poteri: «Non sono disposto ad abdicare a nessuno di quelli conferitimi dalla Costituzione». Settore energetico: «Non so di che cosa Lebed parlasse». La lotta per la successione può essere prematura, ma i due stanno stabilendo le posizioni. Lebed ha già detto che potrebbe essere presidente prima del Duemila, scadenza del secondo mandato di Eltsin, il quale a 65 anni è di sette anni oltre la durata media della vita in Russia. In caso di sua scomparsa, il potere ad interim spetta al primo ministro. Ieri i decreti per Lebed non sono stati firmati, e secondo fonti confidenziali non lo saranno per vari giorni. Ieri sera, intercettato da una tv all'uscita dell'ufficio, il generale ha avuto parole cupe: «Sui decreti per le mie nomine, rivolgetevi alla presidenza per sapere quando saranno firmati. Tutte le cariche che ho avuto mi andavano strette». Intanto Ziuganov, pur denunciando i mass-media per il loro appoggio al presidente uscente, e insinuando manipolazioni del voto, manda a Eltsin un telegramma di felicitazioni, auspicando l'uscita dalla ciisi sociale. E per questo, in una conferenza stampa in cui rivendica la rùiascita comunista che ha preso comunque trenta milioni di voti, è aggredito da uno della Pravda che accusa i media anticomunisti di «campagna di terrore». Ma il nuovo leader nazionalbolscevico ha tatto e ribatte: «Eltsin è stato votato da decine di milioni di persone. Rispetto la loro scelta». Fernando Mezzetti Ziuganov si inchina al suo avversario «E' stato votato da decine di milioni di persone» La lunga notte elettorale della tv russa è ormai conclusa I dati quasi definitivi appaiono sullo sfondo dei due contendenti

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