Quando il Vaticano fa la predica ai politici

=1 Quando il Vaticano fa la predica ai politici SALIRE solennemente gli scaloni vaticani e attraversare le fastose sale del Palazzo Apostolico tra le alabarde delle Guardie Svizzere, per un Capo di Stato o di governo può anche significare magnificazione dello status nazionale o governativo, ma i Papi, in genere, non ricevono i personaggi politici per recitare degli osanna. I Papi, in genere, pur in una cornice di grande cortesia, non smettono mai, nemmeno nelle visite ufficiali, di sentirsi e di presentarsi come pastori e detentori di magistero. Diciamo che, tra strette di mano e sorrisi, i Papi fanno sempre la predica anche ai politici, ai governanti e ai Capi di Stato che arrivano nello studio papale. Ora, che avviene delle prediche dei Papi alle personalità politiche? Il cardinale Agostino Casaroli, uno dei grandi segretari di Stato dei Pontefici di questo secolo, e che in questa veste ha assistito a decine di udienze ufficiali, ha raccontato che il Papa «è sempre ascoltato con interesse, con rispetto, con ammirazione», ma ha aggiunto: «Questo non significa che sia sempre seguito». E ha spiegato: «Dopo queste udienze, gli americani usavano spesso la parola inspiration e dicevano: «Ciò ch<; dice il Papa è molto bello, ma non sempre è possibile conciliare le esigenze della politica con quelle della morale». Vinspiration - concludeva il cardinale - è appunto l'ispirazione, ciò che dà un orientamento, ma non è sufficiente per agire di conseguenza». Qual è Yinspiration che Giovanni Paolo II ha dato ieri al presidente Prodi, ricevuto in udienza ufficiale in Vaticano? Forse ce n'è più d'una e magari anche qualcuna che farà storcere il naso a non pochi, come quella della «parità scolastica tra istituti statali e non statali, in quanto problema di giustizia», ma prima tra tutte, secondo l'espressione stessa del Pontefice, c'è quella della «difesa del diritto di ogni soggetto alla vita, a cominciare dal suo concepimento fino alla sua naturale estinI zione». Il presidente Prodi ha deli¬ neato di fronte al Papa la fisionomia di uno «Stato autenticamente laico», che vede «presenti nelle proprie istituzioni i valori della tradizione cristiana» e ha messo in evidenza «la ricchezza della presenza spirituale della Chiesa e il contributo civile che da essa promana». Questo duetto delle esortazioni papali e delle affermazioni italiane sulla laicità dello Stato è un motivo che si è ripetuto più volte, anche con il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Intendersi oggi, tra Chiesa e governo civile, sulla «autentica» laicità non sembra difficile: dopo il Concilio Vaticano II, per la Chiesa, il principio regolatore tra i due soggetti non è più la «civiltà cristiana», ma la verità evangelica sull'uomo e sul suo destino. Se l'incrocio tra le parole del Pontefice e del presidente del Consiglio vuole essere considerato al di là di semplici cortesie verbali e diplomatiche, occorrerà verificare ora che cosa accadrà di questa «verità sull'uomo»: sull'uomo italiano, quello non solo economico, ma quello che ha diritto alla dignità della vita. Dire vita, anche per il Papa, non significa soltanto via l'aborto, via l'eutanasia! Sarà un discorso perfin troppo comune e scontato, ma tra la nascita e la morte, c'è il cammino dell'esistenza di ogni creatura umana, che, almeno per un cristiano, costituisce un assoluto. Può darsi che i documenti governativi di programmazione e di restrizione economica mirino anche al sollievo dell'uomo comune, del povero, del disoccupato, dell'anziano, come affermano sempre i nostri governanti. Se fosse vero, allora basterebbero gli elogi dell'agenzia Moody's e non occorrerebbero le esortazioni del Papa. Ora, chissà se Prodi, dopo la visita a Wojtyla, sarà più bravo degli americani e dalla semplice inspiration papale sulla «vita» riuscirà, con tutto il ginepraio non solo laico ma anche laicista che circonda l'Ulivo, ad agire, come dice Casaroli, «di conseguenza» Domenico Del Rio

Persone citate: Agostino Casaroli, Casaroli, Domenico Del Rio, Giovanni Paolo Ii, Oscar Luigi Scalfaro, Papi, Prodi, Wojtyla