Gli invalidi: raddoppiateci le pensioni di Gian Carlo Fossi

Gli invalidi: raddoppiateci le pensioni L'associazione di categoria difende i diritti di chi è realmente menomato Gli invalidi: raddoppiateci le pensioni A rischio Vemendamento sulVautocertificazione TRA VERITÀ' E TRUFFA GROMA LI invalidi civili, quelli veri, passano al contrattacco. Mentre al Senato rischia di saltare l'emendamento della maggioranza sull'«autocertificazione» e il decentramento dei controlli, ieri il presidente dell'Associazione nazionale della categoria (Anmic) Alvido Lambrilli ha difeso i diritti della stragrande maggioranza dei 3,5 milioni di invalidi colpiti realmente da gravi menomazioni e ha avanzato precise rivendicazioni al governo. Aprendo i lavori dell'8" congresso dell'organizzazione, ha chiesto il raddoppio della pensione e dell'indennità di accompagnamento per i portatori di handicap. «Un provvedimento - ha sottolineato che alla fine non costituirebbe una spesa aggiuntiva per lo Stato, ma addirittura un risparmio di diverse migliaia di miliardi. L'invalido, che non può restare all'interno della famiglia per la scarsezza dei mezzi erogati, si vede attualmente co- stretto a rientrare negli ospedali e nei cronicari per lunghi periodi, facendo lievitare notevolmente gli oneri delle strutture pubbliche». Lambrilli ha anche sollecitato una nuova legge per ottenere un collocamento paritario nel settore pubblico e in quello privato, l'abbassamento delle aliquote di assunzione, agevolazioni economiche nei confronti di imprese che occupano disabili. Ha poi lanciato un segnale di allarme per il crescente aumento del numero delle donne invalide: fra gli ultrasessantenni invalidi, le donne risultano il doppio degli uomini, 1 milione 215 mila rispetto a 642 mila. «E' facile prevedere che nel futuro - ha osservato - i problemi dei disabili saranno prevalentemente legati al mondo femminile». Il presidente dell'Annue concorda sulla necessità di far clùarezza al più presto sui «falsi invalidi», ma ha sollevato non poche perplessità sul metodo dell'autocertificazione. Se il controllo sulla cer¬ tificazione fosse lasciato ai medici di base e cioè alle Usi, «chi truffava prima - a suo avviso - continuerà a truffare». Quello che è necessario è un salto di qualità: «Basta con una certificazione di invalidità che rimane fissa come una condanna. Bisogna valutare la menomazione e stabilire un percorso di riabilitazione e di integrazione». Ma è proprio sull'autocertificazione che, dentro e fuori il Parlamento, è in corso un durissimo braccio di ferro. Autocertificazione e controlli decentrati, sostiene il leader del sindacato pensionati della Uil Silvano Miniati, consentirebbero una prima significativa scrematura dei falsi invalidi: «Chi ha violato la legge in modo clamoroso, difficilmente si presenterebbe all'appello dell'autocertificazione per non incorrere in pesanti sanzioni». Comunque, esorta il segretario generale della Uil Pietro Larizza a nome anche di Cgil e Cisl, «il sindacato e l'Anmic devono trovarsi su un fronte comune nella battaglia per la moralità: dobbiamo essere noi per primi a pretendere che gli abusivi vengano messi da parte». Interviene anche il ministro del Lavoro Tiziano Treu per sollecitare a tutti un volo di fantasia e proporre qualcosa di nuovo e valido. Il governo formalmente insiste sulla sua originaria proposta di certificazione da parte dei medici del Servizio sanitario nazionale, mentre la maggioranza comincia a vacillare sull'autocertificazione. Ed ora Treu invita «chi ha delle idee migliori a farsi avanti». Il ministro precisa: «Il problema grosso è che nessuno vuole fare i controlli per l'invalidità. Le Usi non li sanno fare, i poliziotti non li possono fare, i medici di famiglia nemmeno e i malati non si possono autocertificare. Però non si può andare avanti così». Dunque, coraggio a spremersi le meningi per eliminare una delie truffe più clamorose. Gian Carlo Fossi Treu: «Nessuno vuole fare i controlli, chi ha idee parli» Tiziano Treu ministro del Lavoro

Persone citate: Lambrilli, Pietro Larizza, Silvano Miniati, Tiziano Treu, Treu