Marcos, una primula rossa a casa Mitterrand di Enrico Benedetto

Marcos, una primula rossa a casa Mitterrand Danielle racconta in un libro il fascino del leader zapatista: l'incontro nel cuore delle terre in rivolta Marcos, una primula rossa a casa Mitterrand Dopo cardi e tibetani, un nuovo mito per l'ex first lady PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Si china, mi bacia la mano e sussurra, in francese: "Madame, bonsoir. Non sono che un cavaliere di carta e non posso che offrirLe una rosa di carta". E con un gesto pieno d'eleganza, mi presenta il suo omaggio». Malgrado il compiacimento, quegli accenti da letteratura rosa, il misterioso caballero che vediamo in azione non è uno Zorro alle prese con la Dolores di turno, bensì il tenebroso comandante Marcos in téte-à-tète con la signora Danielle Mitterrand. La quale soccomberà presto allo charme del guerrigliero messicano. Tanto che qualche riga più in là, l'ex first lady transalpina ce ne descrive lo sguardo: «Bruno, profondo, illuminato di pagliuzze d'oro»! E la voce? si chiederanno le trepide lettrici. Tranquille, ragazze, ecco per voi: «Dolce e potente, senza tracce dell'isteria guerriera che anima in ge- nere chi vive con le armi in pugno». Quanto al viso, invece, nessun dettaglio. Ed è comprensibile: il leader zapatista del Chiapas deve - repressione oblige - giocare all'uomo mascherato. Perlomeno in pubblico. Fresco di stampa, Ces hommes sont avant tout nos frères (appena uscito da Ramsay editore) non diverrà forse un best-seller come l'autobiografia primaverile da 500 mila copie in cui Danielle Mitterrand raccontava il suo uomo e mezzo secolo di battaglie politiche, ma fa già discutere. Osservano, i maligni, come l'eroe senza macchia né paura che tiene in scacco i gringos e le truppe governative, con le sue iniziative floreali (la copertina ritrae giustappunto la strana coppia nella penombra, e l'ormai famosa rosellina car¬ tacea fiammeggia tra le dita di lui) abbia eclissato un altro gaucho, Fidel Castro, in casa Mitterrand. Il cuore di Danielle batte sempre a sinistra (più rossa che mai, titola Le Figaro), ma al marxismo obsolescente del Lider Maximo sembra oggi preferire l'orgoglio etnico e l'umanesimo amerindio che permea lo zapatismo. Il breviario fotografico che accompagna le 141 pagine di un testo a caratteri larghi e dall'interlinea generoso ci mostra Danielle a La Realidad curioso toponimo per il villag¬ gio che ospita l'utopia della ribellione etno-cconomica contro il potere centrale - e in altre tappe del suo recente periplo latino-americano. La vediamo lavarsi i denti sull'aia. O in posa dinnanzi a una casupola. Spiega la dicitura: «Ecco la piccola capanna che ospita i nostri sogni sul futuro». Nel libro - naif ma non stucchevole, semmai intenso e franco come sa esserlo Danielle Mitterrand - colei che fu per quattordici anni la prima signora di Francia si entusiasma per il «vento nuovo» che le battaglie indie spandono sul modello euroamericano. Ovvero il «capitalismo predatore». La terza via ce la mostrano i popoli autoctoni nel rivendicare cultura, saggezza, libertà ancestrali. Che il coni. Marcos si ritrovi pressoché beatificato, e la prosa dell'autrice ne temperi il machismo con tratti femminei alla SaintExupéry, rientra nell'entusiasmo collettivo della Gauche orfana - Régis Debray incluso - per forme rivendicative extraniarxiste. Ma Danielle, lei, è recidiva. Dopo curdi, tibetani, saharaui, indios amazzonici, il novello colpo di fulmine lascia il segno. Se Francois amava le donne, lei ama i popoli. Sino al libertinaggio. Enrico Benedetto Da sinistra: Danielle Mitterrand e il leader del Chiapas Marcos

Persone citate: Danielle Mitterrand, Debray, Fidel Castro, Francois, Mitterrand, Ramsay

Luoghi citati: Francia, Parigi