La ricusazione

La ricusazione La ricusazione Caso Priebke Fra 5 giorni si decide ROMA. Tra 5 giorni si saprà il destino del processo Priebke. E' infatti cominciata ieri, presso la corte di appello militare di Roma, l'udienza per decidere sull'istanza di ricusazione del tribunale militare presentata dal pm Antonino Intelisano, nel corso del processo a Erich Priebke. Alle 9 è giunto l'imputato, assenti invece il pm Intelisano e il presidente del Tribunale, Agostino Quistelli. Gran parte dell'udienza è stata occupata dalla discussione su eccezioni preliminari. In particolare il difensore di Priebke ha sostenuto l'inammissibilità delle duo testimonianze, quelle delgen. Mosetti e del cap. Venturi, perché tardive. La corte ha ascoltato il nastro registrato dell'udienza svoltasi al Celio, nella parte che riguardava lo scontro fra l'avv. Maniga (parte civile) e il presidente Quistelli sui sospetti dell'avvocato. La corte si e riservata di decidere sull'istanza, la sentenza sarà depositata in cancelleria entro i 5 giorni previsti dal codice. I difensori hanno espresso il disagio che avevano avvertito per il modo con cui era stato finora condotto il processo da parte del presidente Quistelli, hanno sottolineato che mi pregiudizio sulla decisione era evidente. In particolare, l'avv. Marcello Gentile e l'avv. Giancarlo Maniga, per le parti civili, hanno affrontato il problema delle dichiarazioni del generale Mosetti e del capitano Ventura sulle affermazioni l'atte da Quistelli che si sarebbe trattato in pratica quasi dì un omicidio colposo, e che quindi andavano concesse a Priebke le attenuanti e la prescrizione. «A riscontro di ciò - ha detto Gentile - e stata riferita la frase dotta da Quistelli nell'udienza del 3 giugno, a proposito della testimonianza di Hass e dei 5 uccisi in più: per lui si sarebbe trattato di un tragico errore, a conferma della sua valutazione dell'episodio». «La ricusazione - ha aggiunto Maniga - sta nel pregiudizio mostrato da Quistelli. Al Celio mi ha impedito di interrogare Hass come avrei voluto sulla illiceità degli ordini ricevuti: è stata la goccia che ha tatto traboccare il vaso. NelLa memoria di Quistelli si sottolinea che le testimonianze di Mosetti e di Ventura non possono essere ammesse perché fuori dai termini consentiti: una posizione debole, non entra nel merito della questione». II difensore di Priebke ha invece riaffermato che la procedura non consente, perché tardivi, di accettare i tosti presentati da Intelisano, c ha attaccato Mary Pace, definendola inattendibile sia dal punto di vista morale che come scrittrice. Al termine dell'udienza c'è stato uno scontro verbale (con promossa di querele) tra il giornalista del Messaggero, Fabio Isman, e l'avvocato di Priebke, Velio Di Rezze, che nel suo intervento aveva definito Isman come una persona che invia «messaggi» ai giudici nei punti calciali del processo. Di Rezze ha spiegato clic sono messaggi con qualche passaggio razzista. [Ansai

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