La psicologa: «Vittime di choc incancellabili» di D. Dan.

La psicologa: «Vittime di choc incancellabili» La psicologa: «Vittime di choc incancellabili» ROMA. Ha la voce incrinata dalla commozione Maria Rita Parsi. «Per chi ha avuto davanti agli occhi gli ultimi rapporti sull'infanzia dell'Unicefdice la psicologa, che dell'organizzazione fa parte -, storie come quella di Roma non sono una novità. Nei Paesi in via di sviluppo, purtroppo, sono la prassi». Dottoressa Parsi, l'Italia però non è un Paese in via di sviluppo... «Infatti la cosa sconvolgente è che l'accattonaggio da parte dell'infanzia, che in quelle zone di estrema povertà non è altro che l'indice della miseria, trovi spazio perfino qui da noi, dove il minore è tutelato con leggi severe e dove si fanno mille discorsi per difendere i diritti del bambino. Nei Paesi d'origine la condizione di questuanti è generalizzata e i piccoli non sono altro che l'anello più debole della catena di povertà. Ma che questa tendenza si stia radicando anche qui, in un Paese a cosiddetta economia avanzata, è gravissimo. Come si sa, l'accattonaggio non è più un reato, ma queste povere creature non chiedevano soldi per sé, bensì per chi, dopo averli comprati, li sfrattava nel più ignobile dei modi». Non hanno tempo per giocare. La scuola non la conoscono neppure. Che guasti si produrranno nella loro psiche? Che uomini saranno questi bambini ai quali non è stata concessa l'infanzia? «Uomini terribili. Adulti che, privati con violenza del gioco nell'età in cui non solo era un diritto giocare, ma un'assoluta necessità, sono stati soprattutto derubati della possibilità di fare le prove generali della vita». Come si comporteranno? «E' difficile dirlo. Ma, di sicuro, quella voglia di gioco che sarà rimasta nella loro anima, si manifesterà, o prima o poi, e loro cercheranno di recuperare il tempo perduto, magari attraverso la trasgressione». I dati Unicef parlano di 100 milioni di bambini che, nel inondo, subiscono l'umiliazione dello sfruttamento e della povertà. Che cosa le fa venire in mente questo dato? «Mi fanno pensare a un documentario che ho visto, qualche giorno fa, alla televisione svizzera. Una testimonianza che non dimenticherò finché avrò vita. Raccontava di bambini russi che, dopo i recenti conflitti etnici, sono costretti a vivere in un carroarmato rovesciato. Bambini orfani, che sopravvivono grazie all'accattonaggio e poi si consolano fumando sigarette e respirando colla». Perché, per drogarsi? «Quando l'intervistatore l'ha chiesto a uno di loro, il piccolo ha risposto: perché così riesco a vedere i miei genitori... Come faceva la Piccola Fiammiferaia che accendeva un cerino per vedere la mamma. E allora ben vengano i blitz della polizia. Ma si ricordi che ogni ferita di questo tipo inflitta a un bambino incancrenisce il mondo». [d. dan.]

Persone citate: Maria Rita

Luoghi citati: Italia, Roma