L'Aids esce dal lazzaretto
Gli antivirali nelle farmacie, prescritti dal medico della mutua MEDICINA E SOCIETÀ' Gli antivirali nelle farmacie, prescritti dal medico della mutua L'Aids esce dal lazzaretto La Francia declassa la peste del2000 PARIGI NOSTRO SERVIZIO «Una speranza straordinaria». E una vita più lunga, meno difficile, più «normale». L'Aids non è più «la malattia», diventa «una malattia», cronica, gravissima, ma trattata alla stregua del diabete o dell'ipertensione. La svolta avverrà tra qualche mese in Francia, dove le molecole antivirali - attualmente somministrabili soltanto in ospedale - e le antiproteasi da associare alla cura saranno a disposizione di tutti nelle farmacie. A prescriverle potrà essere il medico di famiglia. Dal 1° gennaio 1997, le farmacie francesi disporranno degli otto trattamenti antivirali attualmente in commercio, lo Stato si assumerà l'onere dei rimborsi ai pazienti Hiv con la stessa procedura riservata a tutti gli altri. Ad annunciarlo è stato ieri il sottosegretario alla Sanità, Hervé Gaymard, riprendendo le conclusioni di un rapporto di 200 pagine condotto dal professor Jean Dormont, in cui si fa anche il punto del fenomeno Aids in Francia. Gli antivirali, uno soltanto all'inizio, ma poi associati eventualmente in bi-terapia o tri-terapia se peggiorano le condizioni del paziente, si potranno acquistare nella farmacia di quartiere con la ricetta del medico, dopo una prima prescrizione in ospedale. Il professor Jille Patrice Cassuto, ematologo a Nizza, ritiene che sia ormai stato intrapreso «il cammino della speranza, passando dalla constatazione di una malattia ad evoluzione mortale a una malattia che diventa cronica. Ora quello che dovremmo fare è arrivare ad adattare ogni singola strategia a ciascun paziente». Gli fa eco Christine Katlama, dell'ospedale parigino della Salpetrière: «E' un progresso reale. Siamo entrati nella gestione di una malattia lunga, cronica, con nuovi elementi per quanto riguarda la cura del paziente, come la durata, la stabilizzazione di uno stato. E, direi, anche con la speranza diventata ragionevole di far evolvere dei pazienti malati verso una condizione di pazienti asintomatici». Sono già 10 mila i malati di Aids che in Francia si curano con antiproteasi, si legge nel rapporto Dormont, che esprime molta cautela nei riguardi dei cosiddetti «cocktail terapeutici», antivirali somministrati a coppia o a gruppi di tre. Quest'ultimo caso dovrebbe essere riservato soltanto a coloro «che non stanno più molto bene» con due sole molecole. Il capitolo forse più delicato di tutto il rapporto è proprio quello delle multiterapie e delle nuove molecole «della speranza». Quando bisogna cominciare con le terapie d'urto? Quando si scopre di essere sieropositivi o quando comincia a vacillare il sistema immunitario? «Curare l'infezione appena compare - recita il rapporto - e comunque prima di qualsiasi alterazione immunologica è un obiettivo che permane teorico... Si è piuttosto portati ad indicare, come criterio per l'inizio delle cure, la progressione dell'infezione da Hiv». Per quanto riguarda il tema chiave dell'individuazione della sieropositività, il rapporto sottolinea che «la Francia è il primo Paese europeo per la diffusione dei test anti-Aids, con oltre 8 milioni di esami del sangue ogni anno». Tuttavia il 22% dei casi di Hiv è diagnosticato quando ormai si è allo stadio di Aids conclamato. «L'obiettivo prosegue il rapporto - è di portare tutte le persone a rischio di contaminazione a fare un test» e tutti i sieropositivi a seguire cure regolari, mentre tuttora il 37% di chi sa di essere sieropositivo non è seguito in modo sistematico da nessuna struttura medica. Si parla, dunque, di una rivoluzione terapeutica e di un salto di qualità psicologico nel trattamento anti-Aids, ma si raccomanda di non abbassare la guardia nel campo sociale e della prevenzione. Attenzione alle carceri, dove il tasso di malati di Aids è dieci volte superiore a quello della popolazione, attenzione ai tossicodipendenti, per i quali si segnalano grandi progressi ma anche molta strada da fare. «Sta cambiando l'immagine delle cure - dice il professor Willy Rozenbaum, dell'ospedale Rotschild . I malati, i mezzi d'informazione cominciano a crederci. Se le medicine sono imperfette oggi, usiamole per resistere fino a quando avremo a disposizione quelle di domani». Tullio Giannotti La celebre immagine di un malato di Aids allo stadio terminale che fu al centro di furiose polemiche
Persone citate: Gaymard, Jean Dormont, Patrice Cassuto, Tullio Giannotti
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