Arrivano Los Van Van e Torino sembra Cuba

E' un successo il Jvc Newport Jazz Festival E' un successo il Jvc Newport Jazz Festival Arrivano Los Van Van e Torino sembro Cubo Ai festival jazz, ormai, non può mancare la «serata latinoamericana». Molte spiegazioni si danno di tale vezzo: e certo, jazz e musica caraibica e brasiliana hanno comuni radici africane, e più volte si sono incontrare, studiate, mescolate. Ma alla fin fine, la musica latina in un festival jazz ci sta bene perché la gente si diverte in vista di più impegnativi ascolti. Così è per il Jvc Newport Jazz Festival, la rassegnona torinese che lunedì scorso ha sciolto gli ormeggi, tra le fresche frasche dei Giardini Reali, con una fuoriclasse brasiliana, Tania Maria, e due nomi eccellenti della scena cubana, Arturo Sandoval e i Van Van. Pubblico numeroso - circa tremila persone - e pronto a saltare in aria non appena quelli sul palco gliene offrono l'occasione. Occasione che arriva subito con la frenetica Tania, pianista funanbolica e vocalist sempre più convincente. Questa Tania Maria è una bella donna, inguainata in un paio di collant neri sui quali svolazza una camicetta sberluccicante. Si agita, pesta sui tasti, fa le facce aggressive che al confronto Tina Turner è un agnellino. Brava, davvero brava. Smuove la gente, «bom bom bom chi chi chi», ripetete con me. Peccato che lo show sia breve, e seguito da quello d'Arturo Sandoval. Ora, Sandoval è un manico di trombettista, è cubano, ha un'orchestra piena di percussioni: con simili premesse, uno s'aspetta chissà che. Arturone in passato suonò con Gillespie (e a dire il vero neanche allora ci fece delirare) e memore di quell'evento lontano comincia con «Bebop», un brano del vecchio Dizzy: poi però si perde in esoticherie di maniera alla lunga noiose; e nulla ci risparmia, neppure il cha cha cha. Come sempre accade quando la fortuna non aiuta lo spettatore, la sua è l'esibizione più lunga. 0 così ci pare. Oddio, è perfetto, un maestro, e ci mancherebbe altro, è Arturo Sandoval, mica il primo che passa. Però, quando finisce, gli applausi sono di cortesia, e s'avverte tra i presenti il timore che l'estroverso musicante tor¬ ni per i bis. Fortunatamente in un festival i tempi sono stretti, e dunque largo a Los Van Van. Magic moment: non appena l'allegra brigata fa partire il primo accordo, la folla esplode. Sotto gli alberi secolari che ombreggiavano le passeggiate dei Savoia, ribolle una dance hall che potreste trovare identica in certi quartieri dell'Avana: tutti ballano, bianchi e neri, grandi e piccini, e nell'attiguo stand della libreria «Città del Sole» si assiste a uno stranissimo fenomeno: la gente sceglie i libri, va alla cassa e paga sempre ondeggiando all'irresistibile ritmo vanvaniano. Stasera il festival continua con il quartetto di Cedar Walton, Toots Thielemans e la Carnegie Hall Jazz Band. Inizio alle 20. [g. fer.l Los Van Van alla serata inaugurale del Jvc Newport Jazz Festival ai Giardini Reali

Luoghi citati: Avana, Torino