Caccia al terzo uomo del furgone di Marco Accossato
Una nuova ipotesi per il colpo da 8 miliardi alle Poste: l'autista aveva nascosto qualcuno dentro il blindato Una nuova ipotesi per il colpo da 8 miliardi alle Poste: l'autista aveva nascosto qualcuno dentro il blindato Caccia al terzo uomo del furgone «Mister miliardo aveva sicuramente un complice» Anche Domenico Cante, 39 anni, lo «scambista» delle poste collega di Giuliano Guerzoni sul blindato del colpo da 8 miliardi, è indagato da ieri per «peculato in concorso». E dopo quattro giorni di indagine della polizia spunta nell'inchiesta sul «colpo d'oro» la figura di un terzo uomo, un misterioso complice del «mister miliardo» di Strevi svanito nel nulla. L'inchiesta va ora in tre direzioni: mandato di cattura per Guerzoni; indagato a piede libero per concorso in peculato il collega di Bussoleno che nei prossimi giorni verrà sentito dal giudice Domenico Boselli. Infine si cerca il misterioso complice. Chi è? Dov'è finito? Ancora nessuna pista, per il momento. Ieri mattina, negli uffici della Mobile e in quelli della Polizia postale, è stata ricostruita definitivamente e descritta nei particolari la probabile dinamica del furto: «Nel furgone delle Poste - dicono in questura - c'era un complice occulto di Guerzoni». Dove? «Nascosto del vano della cassaforte». Cioè in uno spazio ristretto del blindato, protetto da una porta di metallo a soffietto, dove mercoledì mattina Giuliano Guerzoni aveva insolitamente imposto al collega del turno precedente, Pellegrino Pallotta, 37 anni, di «non caricare nulla, così durante il tragitto di oggi pomeriggio farò più in fretta». La cassaforte al fondo del furgone è stata insomma la «tana» del malloppo di contanti e assegni che sono poi spariti beffando persino la scorta della polizia postale: separata dal resto del furgone da una porta che si spalanca solo quando i tre portelloni dell'autoblindo sono chiusi, la saracinesca sarebbe stata aperta dal terzo uomo durante ogni tragitto da un ufficio postale all'altro per trasferire i sacchi del denaro da rubare, prima di arrivare all'ultima tappa del viaggio, ossia il deposito dei miliardi. «Diversi elementi confermano la tesi del complice misterio-, so», dicono gli inquirenti, che in una conferenza stampa hanno fatto il punto della situazione. Primo: poiché lo spazio della cassaforte sul furgone è davvero stretto, la ruota di scorta che solitamente è lì alloggiata era stata invece adagiata nel settore centrale del blindato, per lasciare più liberi i movimenti del complice di Guerzoni. Ma non basta: oltre alla ruota di scorta spostata, gli inquirenti hanno rinvenuto nel furgone anche una bilancia di precisione che probabilmente è stata utilizzata per scambiare i pacchi senza destare i sospetti nel caso di controlli a vista. «Dopo che i sacchi di denaro e assegni venivano depositati nel furgone dalla porta laterale del blinda- to, Guerzoni azionava dall'abitacolo di guida il tasto della porta di metallo sul retro e dava via libera al complice misterioso nascosto nel vano-cassaforte». Questi prendeva uno per uno i sacchi del malloppo e li sostituiva con quelli fasulli zeppi di cartaccia, pareggiando i pesi e sigillandoli quindi coi piombini timbrati da codici di fantasia. Tre uomini, dunque, sul furgone postale. Ma quanti hanno partecipato davvero al colpo? «Domenico in questa storia non c'entra nulla. Lasciatelo in pace», dice al citofono di casa Cante, in via Trattenero 19 a Bussoleno, il fratello dello «scambista». Il collega di Guerzoni, indagato, è uscito ieri alle 13 dal reparto 7B di Cardiologia delle Molinette, superprotetto da agenti di polizia che lo hanno fatto passare da un ingresso secondario per evitare che venisse avvicinato dai giornalisti in attesa. Domenico Cante non solo proclama da sempre la propria innocenza, ma nega anche di aver mai notato comportamenti insoliti del collega sparito nel nulla. «Non c'entro, e non mi sono reso conto di nulla», ripete dal primo giorno, quando si è sentito male ed è finito al Mauriziano. Marco Accossato Ivano Barbiero E' indagato anche lo «scambista» Il furgone e Domenico Cante, l'indagato che si proclama innocente
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