«Un segnale di civiltà»
«Un segnale di civiltà» «Un segnale di civiltà» Inutile negarlo, inutile anche continuare a piangersi addosso, Torino - sia pure ad intermittenza - lancia segnali di grande rispetto e di civiltà. Pare quasi che al di sopra delle contraddizioni in cui urbanamente ci si imbatte un alito forte di buon senso e lungimiranza sappia farsi strada e mostrarsi pubblicamente. Un grande plauso dunque al varo da parte della Giunta Comunale di Torino e del suo assessore all'Ambiente Gianni Vernetti del Piano del Colore che, elaborato lungamente, è infine divenuto operativo a mettere in pratica procedure e criteri che concernono la coloritura delle facciate degli edifici cittadini. In anni in cui il disastro visivo urbano ha sapore planetario e le possibilità di adattamento e vivibilità nei centri abitati sembrano sempre meno praticabili, l'idea che una sorta di vademecum ragionato, un razionale gioco combinatorio di ben 107 colori possa essere messo in atto da un senso di sostanziale piacere e sicurezza non solo a chi - come nel caso del sottoscritto - ha con i colori frequentazione quotidiana. Il bel volume che illustra nei dettagli il piano, le sue variabili e le sue norme impressiona per la profondità della ricerca esposta e bene enuncia la competenza dei suoi autori Taglia- sacchi e Zanetta che hanno speso anni in una ricerca che sembra oggi fondamentale per la riqualificazione del tessuto urbano così tanto lesionato da incuria e incompetenza, speculazione. Colorare la città è un enunciato di ottimismo palese, non soltanto formale o teorico, riaccendere le facciate delle case, intere vie, cancellare le false certezze del «giallo Piemonte» e del grigio casuale mi pare un programma encomiabile e da sostenere. Certo che il progetto colore non può viver solo, perché l'ottimismo psicologico di una città come Torino è fatto di componenti molteplici e di difficile armonizzazione. Una città a colori ha bisogno di tranquillità economica, di pace sociale, di cultura diffusa, di energia propositiva. Ma al di là del luogo comune, il colore è vita, i colori sono idee primordiali. Questo piano può rappresentare a ben vedere un punto fermo, un atto di fondazione e di rinascita, la sollecitazione generale a praticare la cultura viva degli occhi aperti e dei nasi all'insù contro quella chiusa del tetro sguardo basso e delle labbra serrate. Ugo Nespolo
Persone citate: Gianni Vernetti, Ugo Nespolo, Zanetta
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