Nizzola in difesa con Storace e Abete

La serie B solo nel ritorno L'onorevole di An accusa Pescante e il calcio e annuncia ostruzione sul decreto anti-Bosman Nizzoia in difesa con Storace e Abete Placa ilpolitico e tratta colpresidente della Lega C ROMA. L'onorevole Storace gonfia i muscoli sul decreto antiBosman perché «lo sport è un tappetino ai piedi dell'Ulivo». Mentre Pescante e Nizzoia cercano di limitare i danni davanti alla commissione Cultura, Abete guarda più da vicino la poltrona della Federcalcio uscendo trionfante dall'assemblea della Lega di C. Basandosi semplicemente su conti aritmetici, sembrerebbe meno fantascientifica l'ipotesi di un Nizzoia confermato alla presidenza della Lega maggiore e di un Abete al posto di Matarrese, con un vice che ne «garantisca» le prossime mosse. La candidatura di Abete, sia essa effettiva o solamente strategica, dovrebbe comunque garantire ottimi risultati al presidente della Lega di C, che domani si incontrerà con Nizzoia: Abete può ritirarsi soltanto a caro prezzo. Ma cominciamo con l'onorevole Storace, che ha un'idea ben fissa in testa: «Pescante è stato troppo buono con Veltroni. Poi, quando lo interroghi sul dissesto del calcio, elude, svicola. Molto meglio Nizzoia che ha presentato una relazione concreta». E qui le fonti dicono che l'assenza di Matarrese sia stata una fortuna: impossibile fare meglio di Nizzoia. «Questi sportivi - dice ancora Storace - vogliono essere autonomi? Lo siano anche rispetto alla maggioranza. In Sicilia, per le Universiadi, parlano solo con i sindaci. E la Regione? Vogliono che il decreto diventi legge? Benissimo, basta inserire un codicillo che apra un'inchiesta sulle società di calcio. Altrimenti abbiamo pronti mille emendamenti. Tutto il Paese tira la cinghia, perché il limite del 2,5% non vale per i biglietti e per gli ingaggi? Se davvero la maggioranza vuole reiterare il decreto, affari suoi». A queste condizioni non ci sono i tempi perché sia approvata la legge (il decreto dovrebbe andare in aula entro domani) e il calcio si ritrova sull'orlo di un burrone. Può solo sperare in un nuovo decreto che eviti a molte società di portare i libri in tribunale. Storace vuole moralizzare il calcio e può farlo, dice, solo cmando è debole. 11 guaio che oggi il mondo del pallone ha troppi guai e così rischia l'infarto. Eppure Pescante e Nizzoia sperano ancora. «Abbiamo chiarito come il deficit sia nonnaie per il calcio. Se sorgeranno problemi - dice il presidente del Coni - vorrà dire che il problema è politico e non sportivo». Calcio «tappetino» di Veltroni, sostiene Storace. Proprio cos'i non è, visto elio Nizzoia sulla Superlega (odiata dal vicepresidente del Consiglio) precisa: «E' un problema del prossimo quadriennio. In Europa altre Leghe, formate da una ventina di società, hanno maggiori possibilità economiche. La preoccupazione ò che il nostro calcio possa rimanere indietro. Ma tutto va risolto in modo unitario, ci deve essere consenso di tutti. I grandi club non hanno mai voluto chiamarsi fuori, sanno di far parte di un unico mondo». Una stoccatina a Roma e Lazio, in difficoltà nella vendita dei diritti tv Uefa: «Forse le cose andavano meglio quando la Lega decideva pertutti. Un unico pacchetto può dare risultati superiori. Siamo pronti a intervenire, se vogliono». Poi Nizzoia affronta la questione del dopo-Matarrese: «Nei prossimi giorni, con calma, incontrerò Abete e Giulivi. Sarà un fatto operativo che va visto in un'ottica di serietà. Io sono un uomo delle istituzioni, il mio obiettivo è il bene del calcio. Se la Lega di Milano vorrà candidarmi alla presidenza della Figc, sono a disposizione». A favore di Abete c'è la voglia di contare che scuote Sensi. Il presidente della Roma si vede in un consiglio federale con la delega in tasca di Cragnotti. Così varrebbe per due. Appoggiare Abete può voler dire la realizzazione del sogno. Il presidente della Lega C (ieri rieletto con 87 voti a l'avore contro una scheda bianca) insiste nella sua battaglia: «Non ho chiesto nulla, non faccio questione di poltrone, non ci sono accordi di vertice. Aspetto che il mio eventuale contendente presenti un programma serio e un adeguato organigramma. Altrimenti si va alla conta. E non esiste il pericolo di un commissariamento della Figc. E' un fantasma evocato solo da chi vuole spegnere il dibattito. La Federcalcio da quattro anni naviga a vista. Ora desidero sapere come si vorranno gestire Federazione, diritti tv e tutte le risorse e quali sono le idee di politica sportiva. Io voglio rappresentare gli interessi di tutti, la mia non è una candidatura territoriale. Vi ricordo che nella C la prima a votarmi è stata la Lombardia. Voglio essere un candidato di garanzia». Piero Serantoni *•////

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