Lo yuppie contro il fantasma

Ghennady fa festa in discoteca, Boris ricorda l'Andropov «raffreddato» Lo yuppie contro il fantasma In tv i duellanti si scambiano la maschera »WltlWWlMMiiilia DUE IMMAGINI A CONFRONTO CMOSCA HE strano finale. I due candidati alla guida della Russia si scambiano il ruolo, l'uno innovatore ma prigioniero di vecchi schemi di potere duri a morire; l'altro restauratore, ma con incursioni corsare in una società delle cui aperture approfitta impegnandosi a richiuderle. Al momento decisivo Eltsin, uomo della nuova Russia, scompare per un malanno alla gola nelle segrete stanze del potere, inaccessibile, misterioso e sacrale, come le mummie meccaniche del Politburo. Il suo avversario, Ziuganov, che si richiama a una moderna Atlantide come l'impero sovietico sommerso dalla storia, si disfa del grigio-nomenklatura per colorati panni da tardo yuppie. Si lancia in partite di pallavolo, poi si mette in maglietta per balli, frizzi e lazzi per il suo compleanno a Woodstock. Non il luogo mitico trasportato dagli States sulla Moscova, ma il nome di una discoteca comunque evocatore di un immaginario collettivo che mal si concilia con l'ordine sovietico. Nazional-bolscevismo in salsa godereccia: la tv lo ha mostrato allacciato in un ballo a una bella donna, vicino a una cantante peso massimo in costume folkloristico. Ma va anche dal patriarca, condividendone la condanna per il facile e peccaminoso sesso giovanile, come se nella sepolta Unione Sovietica i giovani fossero modello di castità. Nell'appello televisivo dell'altro giorno Eltsin è apparso invece immobile e ingessato al suo tavolo; nella scena filmata poco dopo nella stessa stanza, col premier Chernomyrdin che gli faceva il rapporto sul G7, sembrava assente e spento. Tutti e due in queste decisive giornate hanno comunque tenuto un basso profilo, come se avessero esaurito le energie nella prima tornata, che entrambi sapevano prova generale per lo scontro diretto. A giugno, con 10 candidati su piazza, era in preda alla frenesia, con ovunque lanci di palloni colorati, concerti rock, discorsi acerrimi, m un re¬ cupero di energie Eltsin visitava 23 città chiudendo la campagna con un concerto rock sulla piazza Rossa. A confronto Ziuganov pareva un dilettante. Nei suoi comizi in provincia la gente era allietata da campestri suonatori di fisarmonica e oscuri cantori di motivi popolari. A confronto di Eltsin, 65 anni, lui che ne ha 53 pareva anziano, antiquato, polveroso. Ma il vecchio apparato era al lavoro ovunque, tra operai non pagati, pensionati stremati, colcosiani alcolizzati. Da quando sono faccia a faccia, non hanno più fatto campagna. Eltsin è andato il 23 giugno a Kaliningrad poi si è ritirato dietro le quinte. Ziuganov, che ha la riserva di voti nella profonda Russia industrializzata ma non urbanizzata e nelle campagne insondabili in cui si vive di fatica e ubriachezza, ha fatto proclami e conferenze stampa, ma non si è mosso da Mosca. Se Eltsin ha il mal di gola - sinistramente richiamante il raffreddore che nell'83 mise fuori gioco per sei mesi Andro¬ pov - lui non viaggia perché, dicono, si temono tentativi di assassinarlo. Ma nelle apparizioni moscovite è andato all'attacco, paragonando Eltsin al Breznev della senilità, presentandosi moralista come un pope, gaudente come un giovinotto arricchito, custode di ordine e potenza, dispensatore di giustizia e benessere. Feste, farina, forca e castità. Nel primo turno i toni erano stati aspri: noi contro loro, rischi di guerra civile. Per la scelta odierna, il tema eltsiniano è stato il paragone tra ieri e oggi per il domani, mentre Ziuganov ha spinto sulla conciliazione offrendo un governo di unità nazionale: vecchia scuola bolscevica. Tra i due, la scena è stata dominata con dichiarazioni, iniziative e decisioni da un terzo: Alexandr Lebed, che non è candidato ma agisce e si comporta come se già fosse lui il potere. R bonapartismo, ossessione bolscevica, potrebbe arrivare al Cremlino con la democrazia. Fernando Mazzetti Ghennady fa festa in discoteca, Boris ricorda l'Andropov «raffreddato» Il leader comunista Ghennady Ziuganov si è fatto riprendere dalle telecamere mentre gioca a volley

Luoghi citati: Mosca, Russia, Unione Sovietica