Dell'Utri caccia alla talpa in procura di Francesco La Licata

«lo, manager azzoppato» I giudici indagano sulla fuga di notizie. Presto convocati anche Miccichè e Berlusconi PelFUtri, caccia alla talpa in procura Palermo, «sotto osservazione» giornalisti Fininvest PALERMO DAL NOSTRO INVIATO Potrebbe non essere finita la lunga maratona di Marcello Dell'Utri davanti ai magistrati della Procura. Il parlamentare, infatti, quasi certamente sarà interrogato una terza volta, dopo che i pubblici ministeri avranno attentamente valutato le risposte date dall'ex «numero uno» di Publitalia durante i due precedenti, lunghissimi interrogatori. E non è escluso il ricorso a qualche confronto, se le versioni dei diversi protagonisti dell'indagine dovessero differire in qualche cosa. Anche Gianfranco Miccichè coordinatore dimissionario siciliano di Forza Italia - con molta probabilità dovrà ripresentarsi al secondo piano del palazzo di giustizia. E, alla fine, i magistrati ascolteranno anche l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Questo il programma di lavoro ipotizzato dal pool occupato nell'inchiesta che vede Marcello Dell'Utri indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Nulla di ufficiale, s'intende, almeno fino a che non torna Giancarlo Caselli, attualmente in viaggio in Inghilterra. Le convocazioni dei tre, tuttavia, sem¬ brano quasi «diretta conseguenza» della piega finora assunta dall'inchiesta incardinata in tre grandi filoni: le presunte infiltrazioni mafiose dentro la formazione siciliana di Forza Italia (ecco il perché dell'interrogatorio di Miccichè); i presunti collegamenti tra imprenditoria milanese e mafia (interrogato Del¬ l'Utri). La convocazione di Berlusconi si spiegherebbe col fatto che il presidente di Forza Italia potrebbe appagare le curiosità dei magistrati, nella sua doppia veste di ex numero uno dell'impero Fininvest e di attuale capo politico del partito emanazione della sua azienda. Il terzo filone dell'indagine che qui chiamano inchiesta parallela - è stato inaspettatamente reso pubblico, ieri mattina, durante un incontro coi giornalisti. L'impressione ricevuta è che il magistrato che tiene i contatti con la stampa abbia voluto sottolineare la gravità del contenuto dell'«inchiesta parallela». Si tratta di una «parziale violazione» della segretezza del registro degli indagati, effettuata «o di persona o attraverso la manomissione del sistema informatico o con la violazione dei floppy-disc della Procura». Non sfugge a nessuno la gravità del fatto. Specialmente se si tiene in considerazione che la «talpa» o le «talpe» - quasi certamente pubblici ufficiali avrebbero agito, sospetta la Procura, per «passare» la notizia riservatissima ad alcuni giornalisti che, a loro volta, l'avrebbero pubblicizzata vanificando di fatto il lavoro investigativo riservato dai magistrati. Si spiega così l'interrogatorio di Giuliano Ferrara, direttore del «Foglio», tra i primi ad avere pubblicato la notizia del proce¬ dimento penale in cui figuravano le sigle - le famose cinque «M» - che celavano i nomi di altrettanti indagati. Ora, dopo gli interrogatori di Dell'Utri si è appreso che dietro una delle «M» si nascondeva il parlamentare di Forza Italia. Chi sono gli altri indagati? Qui la Procura riprende l'atteggiamento di riservatezza, dichiarando: «Se li dicessimo, incapperemmo nello stesso reato della "talpa"». Già, chi saranno questi pubblici ufficiali infedeli? E chi sono i giornalisti interessati? Sotto osservazione sono soprattutto i mezzi di comunicazione Fininvest. Le «talpe» potrebbero anche essere magistrati, o cancellieri. Per accertarlo bisognerà fare indagini che, forse, andrebbero delegate alla procura di Caltanissetta, competente per i fatti che riguardano il palazzo di giustizia di Palermo. Fu proprio quella Procura che si occupo delle estati dei veleni, poi delle stragi di Capaci e di via D'Amelio e, proprio in questi giorni, delle dichiarazioni di Calogero Ganci che chiama in causa una mezza dozzina di giudici palermitani. Ma quell'ufficio non è stato attivato. Il procuratore di Caltanissetta, Giovanni Tinebra, dice: «Di questa vicenda so solo ciò che è stato scritto sui giornali». Ciò potrebbe portare alla conclusione che forse i magistrati di Palermo conoscono già il nome del pubblico ufficiale «infedele» e possono escludere che sia un magistrato. In questo caso gli sviluppi non si faranno attendere. Francesco La Licata

Luoghi citati: Caltanissetta, Capaci, Inghilterra, Palermo